Diossina nelle uova 21 volte superiore ai limiti di legge a Desio. Lo segnala il Movimento 5 stelle pubblicando i dati forniti alla Asl di Monza. il sospetto del M5S è che questa anomala e pericolosa concentrazione sia dovuta alla presenza del forno inceneritore e non solo alla diossina di Seveso. Le analisi effettuate nel 2012 presso 11 allevamenti rurali di galline situati in altrettanti comuni brianzoli hanno registrato a Desio il picco massimo di diossine pari a 52,43 picogrammi di tossicità cioè a quasi 21 volte il limite consentito dalla legge (2,5 picogrammi) Negli altri comuni il valore non arriva a 6-7. Per un uomo, sottolineano i grillini, consumare un uovo contaminato da diossina come quello di Desio significa assumere una dose più che tripla del consentito giornaliero, per una donna il quadruplo.
«La diossina rinvenuta – spiega Gianmarco Corbetta consigliere regionale dei 5 stelle – per il 39% è del tipo di quella emessa dall’Icmesa di Seveso durante l’incidente del 1976. La diossina di Seveso, a distanza di quasi 40 anni, è dunque ancora nei terreni di Desio, all’epoca classificati come “zona R” (cioè la zona con minore contaminazione rispetto alle altre)». Ma il dato ancora più sconcertante è un altro: il 61% del totale, che non proviene da Seveso. Da dove arriva dunque la diossina?
«Dalle analisi effettuate dall’Asl non è possibile stabilirlo con certezza – dice Corbetta – Il nostro sospetto è che arrivino dall’inceneritore, che emette diossina senza sosta da quasi 40 anni».
Il Movimento 5 Stelle che si batte da sempre per la chiusura dell’inceneritore di Desio, avvia una nuova raccolta firme per chiedere uno stop immediato al piano industriale che prevede il potenziamento del forno e di bloccare l’operazione di fusione con Cem Ambiente.
«Chiederemo che si facciano analisi approfondite sui terreni circostanti l’inceneritore, che si realizzi una mappa con la ricaduta dei veleni e che, in caso di conclamato inquinamento dell’ambiente, si prendano provvedimenti urgenti per far fronte alla situazione, dalla bonifica fino alla revoca dell’autorizzazione al funzionamento del forno» dicono Gianmarco Corbetta e Paolo Di Carlo, consigliere comunale desiano.