“Regione Lombardia ci rinuncia”. È la posizione degli studenti il giorno dopo l’ordinanza di Regione Lombardia che prevede la didattica a distanza per le scuole superiori a partire da lunedì 26 ottobre.
Secondo gli studenti, con la nuova ordinanza Regione Lombardia “getta la spugna” per “un fallimento che coinvolge governo, regione, ed enti locali e ricade sulle spalle di studenti e studentesse, docenti, famiglie, cittadini”. Un comunicato sottolinea anche come le attività nei laboratori “che la Regione ci concede di “continuare in presenza” in molte scuole non sono mai partite quest’anno”.
«Come si può pensare – denuncia Ludovico Di Muzio, coordinatore monzese dell’ Unione degli Studenti Lombardia – di imporre le lezioni online a tutti se non sono stati fatti prima interventi strutturali per garantire la scuola in presenza, e se nemmeno si è pensato a come garantire un’eventuale didattica a distanza di qualità? Quella che a settembre doveva essere un’occasione di cambiamento, si è rivelato un mix di contraddizioni che han cercato di negare fino ad ora. Queste contraddizioni oggi esplodono tutte insieme».
Opinione degli studenti è che “rinunciare alla scuola è più semplice ed economico che investire per trasformarla e mettere in sicurezza tutto ciò che la circonda”.
«Volete chiudere la scuola? Bene – conclude Di Muzio – prima vogliamo garanzie sulla connettività e sui device gratuiti per la DAD, sugli spazi, riqualificando edifici abbandonati e ampliando le aule, sulla gratuità e sull’aumento delle corse dei trasporti, sul ricatto sociale tra diritto allo studio e diritto alla salute, entrambi da tutelare. Per questo venerdì 23 ottobre protesteremo in tutta Italia e in tutta la Lombardia».