Senza clamore, o manifestazioni particolari, lunedì 21 settembre si è celebrata la Giornata mondiale per la lotta all’Alzheimer, una malattia che colpisce le cellule cerebrali fino a ridurre la persona alla completa dipendenza. In Brianza sono oltre 5000 le persone ammalate. Un numero che rappresenta la parte più preponderante, circa il 70%, delle demenze: secondo l’Asl, al 2014, i certificati di invalidità per tale patologia erano 7.300. Per esser più chiari, oltre gli 80 anni una persona su cinque ne risulta affetta. Ben 700mila gli italiani ammalati.
E dietro i numeri si cela una realtà pesante: il malato va assistito e curato nel suo progressivo spegnersi al mondo. Comincia con accusare dei vuoti di memoria per arrivare a non riconoscere le persone più care e nemmeno la propria immagine. L’ultimo stadio è una completa dipendenza.
Non a caso la Federazione Alzheimer sceglie di celebrare inviando un messaggio al governo: «I nuovi casi in Italia nel 2015 sono 269.000 e i costi ammontano a 37,6 miliardi di euro – sottolinea Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia – Alla luce di questi nuovi dati chiediamo al governo di mettere in atto il Piano nazionale demenze assegnando ad esso i finanziamenti adeguati per supportare concretamente i malti e le loro famiglie».
In Brianza la lotta all’Alzheimer è capillare: i medici di base sono le prime sentinelle sul territorio. Da loro il paziente che si sospetta malato va inviato alle unità di valutazione, presenti a Monza all’ospedale San Gerardo, agli istituti clinici Zucchi, al Policlinico, e in Brianza negli ospedali di Desio, Vimercate e Carate Brianza. Gli specialisti visitano il paziente ed emettono diagnosi e terapia.
Anche la scienza ha fatto passi da gigante: «Oggi la malattia è diagnosticabile prima che si manifesti nella sua pesantezza – dice Carlo Ferrarese, direttore della clinica neurologica del San Gerardo – La ricerca è riuscita a identificare la causa della malattia: la proteina beta-amiloide, che il nostro corpo produce ma che se non si smaltisce e si accumula nel cervello porta alla morte delle cellule cerebrali. La sua presenza può essere vista tramite un esame Pet (Positron Emission Tomography, una metodica di diagnostica per immagini), da due mesi prescrivibile anche al San Gerardo di Monza».
Ma esiste anche un numero verde che risponde ai quesiti dei cittadini: 800 008300. È attivo dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 12; uno psicologo o una persona qualificata darà informazioni riguardo la demenza e la malattia di Alzheimer indicando i servizi a cui rivolgersi.
Ai cinque distretti della Asl, oltre ai servizi di assistenza alla persona ammalata, fanno riferimento i gruppi di auto mutuo aiuto (A.M.A.) per i famigliari che accudiscono chi è affetto da Alzheimer.
Ecco nomi e numeri di telefono: Seregno, 0362 241123, coopeden(at)tiscali.it, responsabile dottoressa Bongiovanni; Desio: 0362 628824, cdi(at)codebri.mb.it, dottor Caspani; Vimercate: 039 6288014, assistente sociale Romanato; Carate: 345 562170, oppure 347 0774329; e ancora: 366 9794377, dottoressa Scarani; e ancora: 339 8400102 – 349 4049744; Monza: 039 2103458, signora Alfonsa Quinto; e ancora: 039 2028820, signora Giovanna Quinto.