Una mamma solleva il problema e trova l’appoggio di tanti genitori: pasti scarsi e poco bilanciati, poca frutta e verdura, qualità del servizio scadente. A una settimana dall’avvio del servizio mensa nelle scuole di Monza piovono già le prime critiche. La maggior parte delle lamentele vengono affidate ai rappresentanti di classe, ma c’è anche chi ha deciso di rivolgersi direttamente agli uffici scolastici del Comune per avere risposte e chiarimenti, come la mamma di un alunno della scuola primaria Munari.
«I bambini tornano a casa affamati – spiega – Non possono chiedere il bis di pasta, considerando anche che spesso il secondo è immangiabile e manca quasi sempre il contorno di verdura. Non mi sembra che quello proposto sia un menù bilanciato adatto a dei bambini delle elementari».
Ma non solo. Calcolatrice alla mano la monzese fa il calcolo di quanto potrebbe costare il pasto: «A fronte di un contributo da parte delle famiglie per il servizio di ristorazione di 5.46 euro, uguale a quanto si pagava anche lo scorso anno, abbiamo assistito a un netto peggioramento della qualità della mensa».
Il menù del primo giorno di mensa prevedeva pasta al sugo, bastoncini di pesce e una mousse di frutta: «Facendo due conti questo pasto dovrebbe costare non più di 2.50 euro, a fronte dei 5.46 che ci vengono richiesti. La scuola è chiusa dal 24 febbraio, possibile che in sei mesi non si sia organizzato un servizio mensa più efficiente?».
Lo sfogo, affidato anche ai social, ha subito trovato l’appoggio di centinaia di utenti che hanno riscontrato e confermato le medesime criticità.
Ad occuparsi della ristorazione scolastica anche quest’anno è la ditta Sodexo. Sono seimila gli iscritti al servizio mensa, dai piccoli della scuola dell’infanzia ai ragazzi delle medie. Il Comune ha già chiesto un incontro.
«Quello della mensa è uno dei servizi più complicati da organizzare, soprattutto ora che siamo in emergenza Covid – spiega l’assessore all’Istruzione, Pier Franco Maffè confermando che i costi per le famiglie sono rimasti invariati rispetto allo scorso anno – Per ogni scuola abbiamo dovuto ripensare alle modalità del servizio, ripensando non solo gli spazi ma anche i tempi del pasto che devono necessariamente tenere conto della sanificazione dei locali dopo ogni turno». Con la scelta ad esempio del piatto unico usa e getta al posto di quelli di ceramica usati fino all’anno scorso.
«Abbiamo però già chiesto di aumentare un po’ le porzioni, ma temo che comporterà un maggiore spreco di cibo: non tutti i bambini finiscono il pranzo»