Il ricordo è nitido e brucia ancora. Da quel mattino sono trascorse ormai settimane, ma «ogni volta che ci penso, mi dico che me ne sarei dovuta accorgere. E mi rimprovero, perché sono stata così ingenua da essermi fatta raggirare».
Francesca (nome di fantasia), classe 1946, martedì 21 novembre è stata truffata da «una signora gentilissima» che si è finta amica di sua figlia. Se ora, nonostante il dispiacere e l’imbarazzo, prende il coraggio tra le mani è perché, raccontando pubblicamente quello che le è capitato, spera che altri anziani non commettano il suo errore. «Era un martedì il 21 novembre e stavo tornando a casa dopo essere stata al mercato di quartiere», inizia a raccontare. Francesca, bastone in una mano e carrellino della spesa nell’altra, dal mercato di San Rocco di Monza camminava diretta in via Fiume, alle case Aler, dove abita da quarant’anni.
Truffata a Monza, l’identikit della donna
«Per strada mi si avvicina una donna e mi saluta: dice di essere un’amica di mia figlia e si offre di aiutarmi a portare a casa la spesa». Esile di corporatura, non molto alta, bionda e sui quarant’anni, la donna, non appena conquistata la fiducia dell’anziana, si spaccia per grande amica della figlia – così amica, le dice, da aver accettato di passare a casa sua per ritirare dei soldi «che sarebbero serviti a mia figlia» per l’acquisto di alcuni prodotti di biancheria per la casa. «L’avrei dovuta chiamare subito mia figlia, ma la donna era così gentile, così cortese, così sorridente, che mi sono fidata. Siamo arrivate davanti al portone e l’ho invitata a salire con me: non avevo cento euro nel portafoglio, ma in casa sì».
Francesca apre la porta, la donna la segue. Entra in casa, va a prendere il denaro e lo consegna alla donna – che, nel mentre, continua a chiacchierare del più e del meno, fingendo di conoscere alcuni fatti di famiglia – e, per cortesia, la accompagna all’ascensore. Scendono insieme. Poi la donna si allontana, Francesca la saluta e, quando rientra in casa, si accorge che dalla credenza erano spariti un orologio e due anelli, regalo del defunto marito.
Truffata a Monza, “ci sono cascata: spero non capiti ad altri”
«Solo in quel momento realizzo tutto e chiamo mia figlia che, ovviamente, smentisce ogni cosa, riportandomi con i piedi per terra. E allora mi viene voglia di scendere di nuovo e di cercarla, di andare a rincorrerla quella truffatrice. Ma non ci sarei mai riuscita», commenta alzando le spalle, occhi lucidi e un dispiacere che le spegne il sorriso. «Io non apro mai la porta a nessuno e sto attenta: sempre. Insomma: non mi era mai capitato nulla del genere. Questa volta però ci sono cascata in pieno. Ancora ci sto male e più ci penso più mi vergogno. Non voglio che capiti anche ad altri: chiedo a tutti di fare attenzione».
Truffata a Monza, le possibilità delle indagini alle Aler
«La truffatrice, però, potrebbe essere individuata: ora è tutto nelle mani delle forze dell’ordine», commenta Pino Saccà, portavoce del Comitato inquilini delle case Aler di San Rocco. E questo perché nel corso dell’estate Aler Varese Como Monza e Brianza e Busto Arsizio ha iniziato a installare negli stabili di sua competenza alcune bacheche digitali dotate, tra le altre funzioni, anche di telecamere in grado di registrare immagini e audio di tutto quello che accade entro il loro raggio d’azione: «Sono posizionate all’ingresso di ogni scala, di fronte all’ascensore – precisa Saccà – e tengono traccia di tutto quello che accade per quarantotto ore. Non appena abbiamo saputo, abbiamo sporto denuncia ai carabinieri e, con la denuncia in mano, abbiamo fatto richiesta dei filmati, che poi abbiamo consegnato agli agenti: speriamo possano essere utili alle indagini».
Aler aveva dato notizia dell’installazione delle bacheche la scorsa primavera, annunciando di aver concluso un accordo con Laserwall, azienda specializzata nella realizzazione di software e di bacheche digitali per condomini. “Aler – si legge tra l’altro anche online sul sito alervarese.com – sta cercando il supporto della tecnologia per rendere più semplice e più efficiente il dialogo con i suoi inquilini”.