Uno sguardo al passato e alle recenti esondazioni, uno rivolto al futuro. Si è tornati a parlare di Lambro giovedì sera nella “serata-Diotti” promossa da Parco Valle Lambro che ha visto la presenza di numerosi sindaci, assessori, volontari della protezione civile e cittadini dei comuni brianzoli. Cosa fare però in futuro? Come mettere in sicurezza il bacino fluviale che scorre in un’area caratterizzata dalla fortissima urbanizzazione? Perché con questo dato si deve ormai convivere e non è un caso che «a Sovico si sono allagate tre sole case, ovvero tre abitazioni costruite abusivamente e in seguito condonate» sottolineano gli amministratori del paese.
La bacchetta magica non ce l’ha nessuno, nemmeno il presidente dell’ente parco Eleonora Frigerio che tuttavia individua due interventi strategici «che se fossero già stati realizzati avrebbero evitato l’80% delle esondazioni avvenute ai primi di novembre». Se ci vorrà ancora del tempo per intervenire a Brenno sulla Bevera, più imminente è il progetto di una vasca di laminazione al confine tra Inverigo, Nibionno,. Briosco e Veduggio.
Per quest’ultimo la fase di progettazione è in dirittura di arrivo, si conta di aprire la gara dei lavori entro fine 2014 e soprattutto i soldi sono già stati stanziati dalla Regione. E qui che il coro di voci discordanti si alza forte. Ci dovranno essere inevitabilmente degli espropri di terreno e a un gruppo di cittadini e associazioni ambientaliste il progetto proprio non va giù: «Abitiamo lì da tanto tempo e nessuno ci ha mai informati del progetto che a nostro avviso non risolverà i problemi come auspicato. Ora daremo battaglia: piuttosto è urgente una pulizia del letto del fiume». E quello della rimozione dei detriti è l’altro fronte per il quale si attiverà Parco Valle Lambro.
Del resto qualcosa bisogna fare e subito perché, come testimoniato da tre cittadini monzesi di un condominio di piazza Castelli, «in 50 anni non abbiamo visto mai un Lambro così forte, sembravano onde del mare in burrasca».