Ad aprile di quest’anno Trenord aveva annunciato il “revamping e l’ammodernamento dei convogli meno recenti, di proprietà di Trenitalia e noleggiati a Trenord”. Sul piatto 415 milioni di euro per riammodernare le carrozze più obsolete, molte delle quali hanno 40 anni di servizio. Tra gli interventi base programmati, l’installazione degli impianti di condizionamento sui convogli. Due mesi dopo la stessa azienda, davanti ai comitati di pendolari, si era detta soddisfatta di quanto fatto. «L’ennesima presa in giro» hanno sibilato decine di pendolari che oltre la cortina di promesse hanno dovuto fare i conti con la solita realtà: carrozze come forni.
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E così, smartphone alla mano, hanno iniziato a segnalare sui social e all’ufficio reclami di Trenord la carrozza priva di aria condizionata. Come? Fotografando il numero riportato sulle porte che portano agli scompartimenti interni. In breve tempo ne è venuto fuori uno stillicidio di casi in cui i passeggeri sono costretti a viaggiare su materiale rotabile privo di finestrini ma anche privo di qualsiasi pur minimo refolo prodotto da un climatizzatore.
E mentre si attende che Regione Lombardia e Trenitalia si mettano d’accordo sulla governance del sistema ferroviario lombardo continuano i disservizi normali: ritardi, cancellazioni a raffica senza preavviso, convogli stracarichi. Come quello partito giovedì mattina da Lissone, preso d’assalto da centinaia di pendolari e ripartito con utenti letteralmente appiccicati ai finestrini tanto erano stracolmi gli ambienti interni. Decine i pendolari rimasti sulla banchina.
Sul tavolo il progetto di superamento della Trenord come è strutturata oggi, che lascerebbe spazio a due nuove società che si divideranno le quote del servizio dei treni dei pendolari lombardi. Una sarebbe interamente controllata dalla Regione e gestirebbe una parte del servizio ferroviario regionale. L’altra sarebbe interamente controllata da Trenitalia e gestirebbe la restante parte del servizio. Si tornerebbe, sostanzialmente, alla situazione precedente al 2011, anno di costituzione dell’attuale gestore del servizio.