Sindaci e pendolari sono avvertiti: Trenord non intende ripristinare i treni della tratta Seregno-Carnate soppressi a partire dal 9 dicembre. Lo ha affermato martedì, al termine di un confronto serrato, l’amministratore delegato della società Marco Piuri all’assemblea dei primi cittadini.
La proposta che porterà in Regione, ha anticipato, non corrisponderà all’orario in vigore fino a due mesi fa. «Dobbiamo ripensare l’offerta – ha spiegato – in relazione ai flussi reali». I treni, ha precisato, andrebbero potenziati dove maggiore è il numero dei passeggeri ovvero sulle linee che dai capoluoghi si dirigono a Milano mentre altrove il servizio andrebbe ricalibrato tramite l’utilizzo degli autobus. Il taglio dei convogli a livello regionale, ha proseguito, ha penalizzato 6.800 persone delle 800.000 che ogni giorno utilizzano la ferrovia e i disagi dei circa 500 pendolari della Seregno-Carnate sono bilanciati dal miglioramento del servizio fornito ad altri 50.000 viaggiatori del territorio.
La decisione, ha aggiunto, ha consentito di alleggerire la pressione sull’intera rete, di ridurre il numero dei convogli in ritardo e delle soppressioni passate dalle 120 al giorno a una media di 35.
Nei prossimi tre anni, ha chiarito, la situazione non muterà di molto e i treni che dovrebbero essere attivati entro la fine del 2019 non dovrebbero consentire margini di manovra molto ampi per cambiare la proposta fatta a dicembre. «Se dal 2020-2021 la flotta migliorerà – ha concesso – potremo fare altri ragionamenti».
Le sue parole hanno irritato parecchi sindaci che, tra l’altro, hanno ricordato il sovraffollamento dei vagoni negli orari di punta e l’inadeguatezza di alcuni scali. Per tutta risposta Piuri li ha invitati a «essere meno disponibili a fare da megafono a veri o finti comitati dei pendolari».
Ora gli amministratori locali e il presidente della Provincia Roberto Invernizzi inviteranno la Regione Lombardia a tenere in considerazione «le esigenze dei territori».