Si viaggia più o meno sui ritmi del 1929, quando ancora le carrozze erano a vapore. Addirittura più lenti degli anni Novanta. È una statistica-gioco ma che fa riflettere quella che si può fare spulciando l’archivio della neonata Fondazione Fs, l’ente che ha lo scopo di raccogliere, per tramandarne la storia, tutto il materiale relativo alle gloriose Ferrovie dello Stato. Nelle pieghe della montagna di documenti conservati ci sono anche tutti i volumi degli orari ferroviari della linea ferroviaria Milano-Seregno-Como che coprono un periodo temporale lungo novant’anni, da quando l’Italia era in divisa nera a quella dell’invasione gialla del Movimento cinque stelle.
Certo, si stanno confrontando epoche, strumenti, tecnologia differenti, volumi di traffico sia passeggeri sia di convogli con numeri nettamente diversi. Però il tempo non mente mai: così nonostante tutte le innovazioni introdotte lungo i binari, in 90 anni si sono recuperati “solo” cinque minuti. Che restano abbondantemente solo sulla carta, perché i disagi e disastri del servizio li vivono quotidianamente migliaia di viaggiatori.
Il gioco è semplice: partenza dalla stazione di Seregno, arrivo a Milano (prima Centrale, poi Porta Garibaldi). In mezzo sempre le stazioni di Desio, Lissone, Monza, Sesto e Milano Greco Pirelli.
Anno 1929: il treno accelerato (quelli adibiti al servizio viaggiatori che effettuavano tutte le fermate: negli anni Settanta diventeranno i treni locali e negli anni Ottanta cambieranno il nome in treni regionali) parte alle 7.46, passa da Desio alle 7.51 a Desio e alle 7.55 a Lissone per arrivare a Monza alle 8.01, dopo 15 minuti. Alle 8.22 arriva a Milano Centrale, dopo 36 minuti. Due minuti in meno ci mette un treno del 1932: si sa che con Mussolini i treni arrivavano sempre in orario. Nel 1940 e nel 1942 l’Italia è in guerra: l’anno precedente la linea ferroviaria Milano-Como era stata completamente elettrificata. Addio motrici a vapore, benvenuta trazione elettrica. Da Seregno a Milano ci si impiega rispettivamente 42 e 37 minuti. Sempre un quarto d’ora circa, invece, il tempo necessario per raggiungere Monza.
Nel 1946 la guerra è finita, l’Italia sceglie la Repubblica e saluta l’ultimo re che sale a bordo di un aereo per andare in esilio. Il 7.56 da Seregno arriva a Milano dopo 37 minuti. Stessa media tenuta anche per tutti gli anni Cinquanta, Sessanta (nel 1963 il capolinea meneghino viene spostato dalla stazione Centrale alla neonata Porta Garibaldi, inaugurata ufficialmente nel 1961) e Settanta.
Nel 1986 il servizio migliora: il tempo di percorrenza è sceso a 34 minuti. Dieci anni dopo è record: solo 28 minuti per raggiungere la Madonnina. Il 7.46 da Seregno dopo 12 minuti era già a Monza. Altri 16 e il pendolare poteva scendere in centro a Milano. Poi il servizio si allunga leggermente. Nel 2018 (nel frattempo il servizio è passato di mano, da Trenitalia a Trenord) il 7.50 da Seregno arriverebbe a Milano alle 8.21, cinque minuti in meno rispetto al 1929. Il condizionale è d’obbligo. Perché? Basta leggere le cronache delle settimane da inizio 2018.