Scalpitano i pendolari della Brianza. Scalpitano e sollecitano l’assessore regionale Claudia Terzi a fissare un incontro urgente per confrontarsi su rincari e disservizi. La prima richiesta è datata 3 settembre, inviata per posta certificata e consegnata alla casella dell’ufficio competente. Finora è rimasta senza risposta e allora è partito il secondo messaggio. Perché il mese ormai ha ingranato la sua marcia e tutti, tra lavoratori e studenti, hanno ripreso la routine quotidiana che prevede viaggi di andata e ritorno sulle tratte Trenord.
Però con una sorpresa amara portata dalla rivoluzione del biglietto unico che dal 15 luglio ha integrato le tariffe per autobus, tram e metro per l’intera rete dei trasporti della città metropolitana, treni buoni ultimi ma inclusi.
«La notizia che più ha spiazzato i viaggiatori lombardi, e soprattutto quelli della provincia di Milano e di Monza-Brianza, è stato l’annuncio dell’eliminazione dei titoli di viaggio “solo treno” a partire da ottobre», hanno fatto sapere i rappresentanti dei viaggiatori lombardi alla Conferenza Regionale del Trasporto Pubblico Locale.
I rappresentanti si confermano a favore dell’integrazione tariffaria ma contestano «la modalità con la quale sono stati eliminati i biglietti e gli abbonamenti solo ferroviari, un autentico fulmine a ciel sereno per i viaggiatori che, utilizzando solo il treno per recarsi a Milano, subiscono così dei notevoli rincari, soprattutto se si considera la qualità, del tutto insoddisfacente, dei servizi ferroviari. Tanto che, nel mese di giugno, ben 25 direttrici su 37 hanno sforato i parametri di qualità» sempre nello scenario del “piano di emergenza” che ha rimodulato gli orari di alcune tratte e ne ha tagliate delle altre (come la Seregno-Carnate).
Sulla vicenda è intervenuto anche il Partito democratico regionale con i suoi consiglieri, il cesanese Gigi Ponti e Pietro Bussolati.
«La Regione ha deciso di fare cassa a spese dei pendolari senza che ci sia stato alcun miglioramento reale del servizio ferroviario – dichiarano i consiglieri – Occorre una moratoria che chiederemo anche con un’iniziativa in commissione, con una risoluzione che impegni la giunta regionale ad ascoltare le ragioni di chi tutti i giorni prende il treno per studio e per lavoro e che non merita di essere trattato in questo modo».