Un traffico di farmaci rubati, medicinali di vario genere, dal Viagra ai più costosi antitumorali, venuto alla luce grazie alle indagini dei carabinieri del nucleo antisofisticazioni di Milano e di Torino, con due personaggi monzesi ritenuti i “basisti” dell’organizzazione.
Sono 7 le ordinanze di custodia cautelare in carcere e 15 ai domiciliari, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla procura di Monza, che ha portato i militari del Nas (il nucleo antisofisticazione dell’arma dei carabinieri) ad operare in tutta Italia. A coordinare l’indagine, prima del sostituto procuratore Caterina Trentini (ora trasferita al tribunale civile di Milano), è il pubblico ministero monzese Franca Macchia.
L’ordinanza di 445 pagine, firmata dal gip del tribunale di piazza Garibaldi, dispone quindi gli arresti domiciliari per 15 persone, e la custodia cautelare in carcere per altre 7 e ipotizza, a vario titolo, l’associazione per delinquere, la ricettazione, il riciclaggio, il commercio di medicinali “guasti o imperfetti” e anche il furto.
Le indagini sarebbero partite da un grosso furto di medicinali in un magazzino di Settala e dal ritrovamento di merce sospetta a Monza: in due riprese erano sparite circa trecento confezioni di un farmaco molto costoso e i carabinieri dei Nas erano riusciti a rintracciarle sul mercato, sembra in alcune farmacie.
Da qui, l’ipotesi dell’esistenza di un’organizzazione in grado di far apparire come regolare la distribuzione di merce che proveniva da furti e non invece dalla normale distribuzione.
Gli inquirenti sarebbero così arrivati ai due grossisti brianzoli sui quali grava il sospetto di essere compiacenti o disposti a chiudere un occhio su prezzi troppo concorrenziali rispetto al resto del mercato, e a una società con sede nel Regno Unito, facente capo però a un italiano con residenza all’estero, che sembra sia ritenuta il collegamento tra diverse operazioni sospette.
In sostanza i farmaci venivano rubati. Poi gli si dava una nuova “veste”, attraverso un’attività di falsa fatturazione (sono contestati anche reati fiscali) attuata attraverso alcune società “cartiere” con sede all’estero. Infine venivano immessi nuovamente sul mercato e venduti, ovviamente, a prezzi molto concorrenziali. Gli indagati, tuttavia, non avrebbero fatto i conti con la circostanza che molti di questi farmaci sono “tracciati” all’origine dal Ministero della Salute, e quindi i carabinieri del Nas hanno potuto ricostruire l’attività illecita.
I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti nei giorni scorsi dai militari del Nucleo antisofisticazione in tutto il Paese. Molti degli indagati sono stati sottoposti ad interrogatorio di garanzia per rogatoria.
Nell’ambito dell’indagine, sono stati eseguiti perquisizioni e sequestri. La merce oggetto del traffico sottobanco, variava dal Viagra a preziosi farmaci antitumorali. Nell’inchiesta dei pubblici ministeri brianzoli, a quanto risulta, non sarebbero coinvolte strutture ospedaliere.