Tra i libri usati c’è un ordigno, all’edicola di Paderno arriva il genio guastatori

Una bomba da mortaio di piccole dimensioni, l'ordigno era privo della sua carica, completamente svuotato e ridotto praticamente a un soprammobile
Il piccolo ordigno trovato a Paderno

Intervento del genio guastatori di Cremona presso l’edicola di via Coti Zelati, a Paderno Dugnano, nella serata di mercoledì quando in un borsone è stato rinvenuto un ordigno risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Alla fine si è accertato che l’ordigno, una bomba da mortaio di piccole dimensioni, era privo della sua carica, completamente svuotato e ridotto a soprammobile in pratica. Personale specializzato, carabinieri, vigili del fuoco e Polizia locale giunti sul posto hanno constatato che si trattava di un puro involucro, molto probabilmente un pezzo da collezione, del quale il proprietario si è voluto disfare.

Ordigno nel sacchetto di libri usati: “Privo di carica, solo un soprammobile”

Ma come è arrivata una bomba del secondo conflitto mondiale in pieno centro a Palazzolo, in una borsa per la spesa? A spiegarlo è la proprietaria dell’edicola, un pezzo di storia del commercio del quartiere: «La gente sa che a volte faccio mercatini e mi porta libri ma anche qualche capo di vestiario per chi ha bisogno. E’ un viavai continuo, ogni giorno qualcuno lascia un sacchetto qui davanti all’ingresso». Mercoledì però, tra volumi e romanzi di ogni genere, è spuntato il piccolo ordigno. «Ho capito quasi subito che si trattava di un oggetto innocuo – spiega la proprietaria dell’edicola – però per prassi ho avvisato chi di dovere che ha attivato tutta la procedura prevista dalla legge».

Ordigno nel sacchetto di libri usati: gli esperti da Cremona a Paderno

Da Cremona sono arrivati gli esperti del 10 Reggimento Genio Guastatori che hanno appurato che l’ordigno era totalmente innocuo e l’hanno asportato. Si tratta ora, eventualmente, di capire chi sia l’autore dell’abbandono. L’ultima volta che a Paderno Dugnano era stato rinvenuto un ordigno, quella volta di più grandi dimensioni e inesploso, era accaduto lungo il corso del Seveso sotto il ponte di via Battisti, poco prima dello scoppio della pandemia. A portarlo alla luce erano state le movimentazioni terra dei terreni lungo gli argini di via Camposanto.