Tangenti Atm Milano, le carte che portano a Monza: un concorso e la linea a Bettola

C’è anche Monza nelle carte dell’inchiesta che ha portato a dodici misure cautelari in carcere per presunte tangenti nelle metropolitane milanesi. Tra i primi elementi un concorso truccato per l’assunzione di un monzese e le trame per assegnare alcuni lavori nel prolungamento della rossa a Bettola.
Cinisello Cantiere Metro Bettola
Cinisello Cantiere Metro Bettola Fabrizio Radaelli

Un monzese di 34 anni che, per trovare il posto in Atm, ha avuto “l’aiutino” da Paolo Bellini, il dirigente dell’azienda dei trasporti del comune di Milano travolta dagli arresti per corruzione e turbativa d’asta eseguiti nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza. I discorsi tra lo stesso Bellini e alcuni imprenditori favoriti dallo stesso, per approfittare dell’occasione del prolungamento della metropolitana “rossa” da Sesto San Giovanni a Monza-Bettola (“un milioncino di lavori”).

Emergono anche retroscena brianzoli nell’inchiesta della procura milanese che ha portato all’esecuzione di dodici misure in carcere e una agli arresti domiciliari (provvedimento del gip Lorenza Pasquinelli) sui lavori legati agli impianti di segnalamento e automazione della metro di Milano.

Le accuse, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta, peculato, abuso d’ufficio e falso. Personaggio al centro dell’inchiesta è Paolo Bellini, dirigente dell’Azienda di trasporti milanesi (in Atm dal 1996). Secondo le indagini, il metodo seguito consisteva nell’offrire alle imprese interessate a partecipare alle gare d’appalto indette da Atm la consulenza del pubblico ufficiale, in cambio della promessa di versamenti in denaro, o della promessa di far lavorare imprese “amiche dei pubblici funzionari”.

Tra gli indagati a piede libero risulta anche il residente a Monza. Gli inquirenti hanno messo sotto la lente la procedura seguita per la sua assunzione in Atm come “addetto al segnalamento”. In alcuni dialoghi intercettati con Bellini, emergono, secondo le accuse, le prove dell’interessamento illecito di quest’ultimo per far avere il posto al cittadino monzese nato in Campania. Bellini avverte in anticipo il monzese: “Hanno riaperto le assunzioni per il segnalamento in ATM… rifai subito però stavolta nel curriculum sottolinea bene questi punti qua”, fornendo indicazioni su cosa scrivere nel curriculum inviare. E ancora: “…devo spiegarti che cosa ti chiederanno e tutto… perché ti farà sicuramente delle domande di segnalamento”.

Bellini gli prepara il colloquio a tavolino, compresa la prova di inglese (“la traduzione è qua sotto memorizzala”), con la promessa che un domani lui sarabbe potuto diventare un suo consulente, e che comunque “il suo capo sarebbe stato sempre Bellini”, aggiungendo: “Ho sempre fatto quello, qual è il mio guadagno? Un quid mensile, come un secondo stipendio”. Alla fine il monzese viene preso: “Vuol dire che ha funzionato il mio discorso”.

In un altro dialogo Bellini parla con Piergiorgio Colombo, imprenditore di Cernusco della Ci L.G.. il cui capitale sociale è detenuto da una società con sede legale a Monza) del prolungamento Sesto-Monza: “sono arrivati i soldi finalmente….MM ha deciso di… lì ci sarebbe da fare tutto l’impianto di illuminazione di galleria, forza motrice, installazione della terza e quarta… m’ha detto: “Conosci qualcuno?” Io è un milioncino di lavoro…insomma…cioè, insomma, capito…son tuoi quelli…e tu sei qua a due passi…”.