I conti li ha fatti la Cisl e non poteva che essere una conferma: la mannaia sulle pensioni, piccola o grande che sia, è arrivata anche in Brianza. È quanto si legge in una nota della Federazione pensionati di Monza Brianza e Lecco, che ha ricevuto in queste settimane la visita di molti cittadini che chiedevano informazioni sul provvedimento preso dal governo con la legge di bilancio.
La risposta è sì: il ricalcolo delle pensioni per 5,6 milioni di italiani interessa anche la provincia, anzi: riguarda metà dei trattamenti pensionistici in corso, da pochi centesimi a decine di euro di riduzione mensile lorda. Solo a Monza si tratta del 31% del totale delle pensioni erogate (in tutto sono 40.700), in Brianza 150mila su 300mila. Nel lecchese 70mila su 130mila. “Non cambia niente, al momento, per chi percepisce una pensione lorda inferiore a tre volte il trattamento minimo, cioè sino a 1.522 euro mensili – ricorda comunque la Fnp Cisl – In questo caso l’adeguamento, nel 2019 fissato provvisoriamente all’1,1%, è scattato integralmente da gennaio e sarà valido per tutto l’anno. Non è così invece, per i trattamenti previdenziali superiori a questa somma”.
Tecnicamente, scrive il sindacato interprovinciale, “l’applicazione dell’aliquota di adeguamento varierà dal 97% del valore assoluto di 1,1% (fino a 2.029 euro mensili lordi) sino al 40% (sopra i 4.569 euro). In pratica, per il titolare di una pensione di 1.960 euro, il sacrificio si limiterà a 0,62 euro ogni mese. Più marcata la diminuzione accusata dagli assegni di 2.700 euro, pari a 11,44 euro. Per una pensione di 4mila euro, il contributo è di 33,90 euro”. Peraltro chi è titolare di una pensione che ha subito il ricalcolo dovrà pagare il conguaglio di quanto percepito nei primi mesi dell’anno. “Questa operazione dovrebbe essere effettuata dall’Inps a giugno”.
«A parte il ricalcolo e il conguaglio – precisa Stefano Buzzi, responsabile settore welfare e pensioni della Fnp Cisl Monza Brianza Lecco – c’è un altro aspetto da tenere presente: questa diminuzione dovuta al parziale riconoscimento della rivalutazione, infatti, interesserà l’intera durata dell’assegno pensionistico. La mancanza di una somma, sia pure modesta, inciderà inevitabilmente sulla base di calcolo per tutte le successive rivalutazioni. Ciò costituirà nel tempo una perdita effettiva del valore dell’assegno pensionistico».n