Per i comitati pendolari lombardi l’inizio della scuola non è stato felice, almeno dal punto di vista trasportistico. Invece le sigle che si occupano di rappresentare i viaggiatori (e questa volta praticamente tutti firmatari, compresi quelli brianzoli “Viaggiatori S9/S11, Besanino, del Meratese, Quelli del treno – Pendolari Bergamaschi e Milano-Asso) hanno steso un duro comunicato per ribadire quanto affermato già nelle scorse settimane: le cose, così, non funzionano.
«Al di là di qualche potenziamento di facciata, abbiamo assistito al solito gioco della coperta corta con limitazioni, soppressioni, disservizi (o meglio malservizi) informatici e cattiva informazione -si legge nella nota -. Lo testimoniano i treni ripristinati e mai annunciati, come quelli annunciati e mai effettuati. Ad esempio, lo stesso orario on-line, unica fonte informativa per i clienti-utenti, consigliata dallo stesso Gestore, ancora in questi giorni non è aggiornato, cosa che, abbiamo saputo, mette in crisi lo stesso personale. La situazione della riduzione reale dei servizi è tale che non è possibile valutare nemmeno l’entità della mutilazione del servizio (che stimiamo nell’ordine del 15%-20% almeno, con punte di oltre il 50% nel fine settimana), poiché non esiste alcuna forma di pubblicazione completa degli orari, in quanto vengono modificati in continuazione a seconda delle opportunità aziendali». Cliccando QUI è possibile conoscere tutte le novità annunciate da Trenord sulle linee lombarde da lunedì 14 settembre.
Tra le «vittime favorite», scrivono ancora i rappresentanti dei viaggiatori, «vi sono le corse serali utilizzate dai lavoratori con turni sfalsati, al contrario di quanto suggerito dagli esperti sanitari che consigliano di distribuire i flussi nel corso della giornata». Già, i flussi e la capienza. Un punto sensibile nella lotta contro la diffusione della pandemia. E che ha mostrato una falla già nella mattinata di giovedì 17 settembre quando a Molteno un treno della linea S7, un Besanino, è stato fatto fermare per sovraffollamento. Si è trattato del 5123 (Monza 06:37 – Lecco 08:05) fermato nell’ex capolinea della tratta, Molteno appunto, «per mancato rispetto delle misure di sicurezza Covid-19» ha spiegato Trenord in una nota ufficiale. Capienza massima raggiunta e viaggiatori invitati a utilizzare «in alternativa, 2 bus: uno in partenza dalla stazione di Molteno alle 8:10 circa l’altro dalla stazione di Oggiono alle 8:15 circa». Nella stazione sono arrivati anche i carabinieri. «Il problema è stato generato dal fatto che la corsa precedente, la 5121, è stata soppressa a causa di un guasto al convoglio – spiegano da Trenord -. Quindi sullo stesso treno si sono riversati i passeggeri che di solito viaggiano su due corse. Un incidente non strutturale, dunque».
«In sintesi, la ripartenza ha trovato del tutto impreparato il sistema ferroviario lombardo – attaccano ancora i pendolari – Non si può più ignorare che la pandemia ha acuito lo stato di crisi operativa e funzionale che il servizio ferroviario della Regione Lombardia subisce da almeno otto anni senza soluzione di continuità, nell’indifferenza della Giunta regionale che ha completamente delegato ogni scelta operativa alla propria società partecipata. Siamo costretti a sollecitare i vertici regionali di tornare ad occuparsi seriamente del trasporto pubblico, a cominciare dai seguenti temi: riprendere il monitoraggio ed il controllo dell’attuazione del Contratto di Servizio, anziché lasciare al Gestore completa discrezionalità nella programmazione dei servizi; avviare un serio confronto e trasparente per la definizione del nuovo Contratto di Servizio, in modo da evitare che sia redatto dal Gestore assegnato a suo uso e consumo; riprendere la convocazione dei tavoli territoriali di quadrante inspiegabilmente soppressi, ripristinandone la funzione di verifica dell’andamento del servizio, di confronto sullo sviluppo dei servizi e di informazione agli utenti; definire un programma emergenziale condiviso con scadenze precise, di ripristino di tutti i servizi e la ripresa dello sviluppo degli stessi».