Si gioca. Eccome. Perché l’entusiasmo, l’impegno e la preparazione atletica non mancano affatto. Ma su questi campi l’andare in rete ha un doppio significato. I gol sono quelli che contano per il campionato, ma sono anche lo strumento per tessere una vera e propria rete di relazioni, di legami e amicizie, capace di far sentire tanti ragazzi richiedenti asilo arrivati a Monza e in Brianza parte di una comunità.
Muove da questo desiderio il progetto “Sport Inside”, nato da una felice collaborazione tra Csi, Centro sportivo italiano (Comitato di Milano) e il Consorzio Comunità Brianza, che si occupa della gestione di servizi di accoglienza e integrazione dei migranti giunti in questi anni nel territorio brianzolo. L’idea è semplice: fare dello sport lo strumento, vincente, per superare pregiudizi e diversità, trasformandole così in punti di forza. Insomma, dare il buon esempio e vivere il vero spirito dello sport. E l’obiettivo è già stato raggiunto.
Sono 50 i giovani richiedenti protezione internazionale (tutti dai 18 ai 22 anni) inseriti stabilmente in ben oltre 20 società sportive e già impegnati in campionati Csi. In massima parte si tratta di società attive negli oratori. Un contesto che permette ai ragazzi stranieri di allargare la loro partecipazione anche ad altre attività svolte nell’ambito oratoriano.
Il Consorzio comunità Brianza si occupa delle spese per le visite mediche, il Csi copre il tesseramento e le società sportive si impegnano a fornire agli atleti in arrivo tute, maglie e scarpe gratuitamente. E a volte si va anche oltre, con qualche compagno di squadra che passa a prendere i ragazzi nel centro o nell’appartamento che li accoglie. Talvolta sono i giovani migranti ad andare oltre: nei mesi scorsi alcuni di loro si sono messi a disposizione per imbiancare gli spogliatoi della loro squadra.
I primi calci sono già stati tirati la scorsa primavera, quando Csi ha attivato gli inserimenti e i ragazzi richiedenti protezione, in arrivo soprattutto da Nigeria, Gambia, Guinea Bissau e Mali, sono scesi in campo nel campionato da marzo a giugno.
A Monza hanno aderito Ascot, Aso San Rocco e Baita; a Lissone la Virtus, San Giuseppe artigiano e Don Bosco Bareggia; a Desio San Pietro e Paolo, Assosport e Desiano; a Limbiate San Giorgio, Pinzano 87 e Kennedy; a Bovisio la Virtus; a Ceriano la Fortitudo Ceriano; a Seveso la squadra dell’Altopiano; a Muggiò San Francesco d’Assisi; a Seregno Santa Valeria e San Carlo; a Giussano Paina 2004; a Lentate l’Osa; a Usmate Velate il Velate; a Macherio il San Carlo; a Cesano Maderno la Pob Binzago. Fuori territorio Sds e Stella Azzurra Cinisello, Gso Pessano, San Marco a Cologno e Sant’Enrico a Milano.
«E tutto è andato molto bene – spiega Lucia Teormino di Csi Milano – Immaginavano una maggiore difficoltà d’integrazione e invece i compagni di squadra hanno accolto i migranti con entusiasmo e generosità. Anzi, per molti allenatori e dirigenti si è rivelata l’occasione di un maggior coinvolgimento dei propri ragazzi».
«Come Consorzio – continua Tommaso Castoldi di Ccb – cerchiamo di ideare per i migranti diverse opportunità, ma accanto alla scuola d’italiano e al volontariato ci devono essere anche forme ludiche, per il tempo libero, e lo sport è il veicolo maggiore di condivisione». Lo spirito di competizione non manca. C’è voglia di giocare, prima di tutto, ma c’è anche voglia di vincere. Due gli allenamenti settimanali, poi la partita. Ed anche il rispetto dei tempo è un modo per responsabilizzare i richiedenti protezione.
Ora si entra nel vivo del campionato invernale e “Sport Inside” è stato presentato in questi giorni nella sede della Provincia di Monza e Brianza. A consegnare il mandato agli allenatori della società Csi protagoniste del progetto Emiliano Mondonico. L’ex allenatore, che è anche l’ambasciatore del progetto, ha dato la carica ai ragazzi richiedenti protezione presenti per l’occasione e a tutti i gruppi sportivi che hanno scelto di condividere la proposta e andare in rete. Due volte.