Sottopasso pedonale di via Einstein a Monza: il Comune prova a cambiare il progetto degli accessi per i disabili

Confronto in consulta con l’assessore alla Mobilità Federico Arena dopo le polemiche scatenate dalla presentazione del progetto adottato con ascensori al posto delle rampe per l’accesso delle persone disabili. Un progetto diverso da quello noto alla consulta.
Monza cantiere sottopasso via Einstein
Monza cantiere sottopasso via Einstein Fabrizio Radaelli

«I tecnici stanno valutando la possibilità di modificare il progetto: per capire se, considerando risorse e tempi, ci sia il modo di inserire una rampa». La settimana scorsa l’assessore alla partita ha partecipato alla Consulta del quartiere Libertà, staccandosi per mezz’ora dal Consiglio comunale di Monza: l’assessore alla Mobilità Federico Arena è intervenuto per disperdere il polverone che si era sollevato durante il precedente incontro. Al centro del dibattito gli accessi al sottopasso ciclopedonale in costruzione tra le vie Einstein e De Marchi: il progetto presentato dai tecnici del comune lunedì primo febbraio non risponde alle necessità espresse da anni dal quartiere, che al posto della scalinata corredata da una canalina per lo scorrimento delle bici ha sempre dichiarato di desiderare una rampa, in modo da agevolare il transito alle persone con disabilità e alle famiglie.

«Questo tipo di accesso è garantito dalla presenza degli ascensori – ha precisato Arena – Il progetto che sta prendendo corpo è quello di fattibilità tecnica ed economica datato febbraio 2017, ereditato dalla precedente amministrazione».
Carte alla mano, Arena ha letto alcuni passaggi della relazione in cui si dichiara che «l’accesso dalla via Einstein tramite rampa è sembrato poco agevole» e che quindi «per una questione di fruibilità da parte degli utenti (…) la soluzione scelta è stata quella di installare da entrambi i lati il blocco scala e il corpo ascensore».

Ma da tecnica che era, la questione si è connotata politicamente: a far scintille nel Pd all’opposizione il comunicato inviato da palazzo venerdì pomeriggio, in cui l’assessore Arena dichiarava di comprendere «la delusione del quartiere e della consulta, a cui era stata presentata una soluzione diversa dalla precedente amministrazione, la quale poi ha dimenticato di avvisarli nel momento in cui ha scelto un progetto che non prevedeva le rampe».

Ma il capogruppo Pd in Consiglio comunale Egidio Riva ha ribattuto subito: «Il progetto definitivo dell’opera è stato approvato il 18 dicembre 2018: la giunta in carica ha avuto a disposizione e impiegato 18 mesi dal suo insediamento per valutare la bontà dello studio di fattibilità e individuare, sulla base di considerazioni tecniche e amministrative, la soluzione progettuale migliore».
«Tra la presentazione del progetto di fattibilità e l’approvazione di quello definitivo, con il coinvolgimento della consulta e del quartiere, si sarebbe potuto aprire un mondo di possibilità», ha rimarcato l’ex assessore alla Viabilità Giuseppe Confalonieri.

I membri della Consulta Libertà hanno accolto positivamente l’intervento dell’assessore Federico Arena: la speranza è che davvero si possa modificare il progetto in corso d’opera, trovando una soluzione che, in qualche modo, possa racchiudere anche le esigenze espresse dal quartiere.

Qualche perplessità, in particolare, è stata sollevata in merito agli ascensori, alla luce dei guasti (frequenti) e dei tempi di riparazione (lunghi) che hanno sempre riguardato gli impianti presenti in stazione e nel sottopasso di via Bergamo.

«Se ci avessero tenuti aggiornati su quello che stava succedendo, avremmo espresso subito il nostro parere, negativo, nei confronti del progetto», hanno sottolineato alcuni membri dell’organismo di partecipazione.
A quanto pare, quindi, alcuni passaggi in consulta sarebbero mancati: dalla presentazione delle diverse possibilità in fase di studio ancora nel 2016 alla tegola del progetto definitivo di cui si è discusso il primo febbraio 2021, diversi passaggi tecnici e amministrativi sono stati compiuti. Intanto, però, la consulta non è più stata ufficialmente né coinvolta né informata. Per questo durante la riunione di lunedì sera è emersa la necessità (generale) di un maggior confronto con l’amministrazione comunale e con i suoi tecnici.

«Ora però guardiamo al futuro – hanno commentato – Contiamo di avere presto aggiornamenti, speriamo positivi, da parte dell’assessore. E di essere coinvolti in tutti i prossimi passaggi». Le intenzioni, i desiderata e le proposte concrete della consulta saranno messi per iscritto nero su bianco in un documento che sarà presto inviato agli uffici di piazza Trento e Trieste.