Sott’acqua per 40 minuti dopo un tuffo nel lago: 17enne lotta per la vita al San Gerardo di Monza

All’ospedale di Monza, che dispone della macchina Ecmo, si sta tentando l’impossibile per salvare la vita al ragazzino ripescato martedì 2 giugno dopo circa 40 minuti dalle acque del lago di Como, nella zona del molo di Abbadia Lariana. Dopo un tuffo con gli amici non è più riemerso.
Le operazioni di soccorso ad Abbadia Lariana
Le operazioni di soccorso ad Abbadia Lariana Paola Sandionigi

All’ospedale di Monza si sta tentando l’impossibile per salvare la vita al ragazzino di origini straniere ripescato martedì 2 giugno nel pomeriggio dopo circa 40 minuti dalle acque del lago di Como, nella zona del molo di Abbadia Lariana. Dopo un tuffo con gli amici non è più riemerso. Riportato a riva da due sommozzatori privati, recuperati al Moregallo e portati sul luogo dell’incidente dai carabinieri, smentendo le previsioni più disfattistiche il 17enne residente a Civate ha dato segni di ripresa grazie alle manovre rianimatorie praticate sul posto dai soccorritori.
Caricato in ambulanza, il giovane è poi stato trasferito sull’elisoccorso e così trasportato all’ospedale San Gerardo di Monza che dispone della macchina Ecmo.


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«È vivo, è ancora vivo. Gli è stato praticato il massaggio cardiaco e quando l’abbiamo caricato sull’ambulanza il suo cuore batteva», ha detto in quei momenti un vigile del fuoco che ha partecipato ai soccorsi.

Il tentativo è quello di ripetere il miracolo di Michi, il bambino di 14 anni rimasto intrappolato per 43 minuti nelle acque del naviglio grande, nei pressi di Castelletto di Cuggiono nel Milanese, il 24 aprile scorso, rianimato grazie alla tecnica della Ecmo, ossia l’ossigenazione extracorporea a membrana, utilizzata in ambito di rianimazione per trattare pazienti con insufficienza cardiaca e/o respiratoria acuta grave potenzialmente reversibile ma refrattaria al trattamento farmacologico e medico convenzionale. Nel caso di Michi si pensa possa essere stata determinante anche la bassa temperatura dell’acqua del Naviglio, a circa 15 gradi: una condizione che avrebbe “conservato” gli organi vitali in una situazione di arresto cardio-circolatorio che non avrebbe fatto riempire i polmoni d’acqua.

Il ragazzino di Civate è ricoverato in rianimazione al San Gerardo in condizioni gravi e in prognosi riservata. Le sue condizioni sarebbero stabili.