Fingendosi carabinieri avrebbero truffato e quindi derubato anziani in almeno quattro abitazioni, anche nella provincia di Monza e Brianza due italiani di 30 e 44 anni, entrambi residenti nel Milanese, arrestati nelle prime ore di giovedì 31 agosto dai Carabinieri del Comando Provinciale di Milano. L’arresto è stato eseguito sulla base di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Milano. I due sono ritenuti gravemente indiziati, in concorso tra loro, dei reati di furto aggravato in abitazione: 4 episodi di furto consumato e 2 episodi di furto tentato, commessi, nelle province di Milano, Monza Brianza e Livorno, tra il 6 giugno e il 14 luglio di quest’anno.
Finti carabinieri per rubare nelle case, quattro furti consumati e due tentati
L’attività d’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, attraverso servizi di osservazione e pedinamento, ha portato a raccogliere “gravi indizi di colpevolezza” nei confronti dei due presunti responsabili i quali, seguendo un copione consueto, avrebbero preso contatto con le vittime – sempre anziane e colte a rientrare a casa, da sole – mostrando loro un finto tesserino, loghi dei carabinieri, radio ricetrasmittenti, “per confonderle e disorientarle” per poi accedere nelle loro abitazioni “e depredarle in pochi attimi”.
Finti carabinieri per rubare nelle case degli anziani: si spostavano in moto
I militari nel corso delle indagini sono riusciti a individuare il motociclo utilizzato per i raid e a documentare i loro passaggi nei luoghi dei colpi, con targhe contraffatte. Per raggiungere questo risultato hanno svolto un lavoro certosino monitorando quotidianamente le denunce-querele presentate per furto in abitazione ai danni di persone vulnerabili ed effettuando sopralluoghi sulle scene del crimine, con l’acquisizione delle registrazioni degli impianti di videosorveglianza sulla pubblica via e presso le stazioni di servizio dove i due sospettati facevano rifornimento di carburante. Infine, anche grazie ai dati forniti dal Gps installato sulla moto, sarebbero arrivati a posizionare i due nei luoghi dei colpi.