Seregno, volevano imporre le nozze con un cugino alla figlia: il Gip chiede l’imputazione coatta

Il reato contestato (anche al fratello maggiore) è di tentata induzione a contrarre un matrimonio. La giovane di origine pakistana, oggi maggiorenne, vive in una comunità fuori dalla Lombardia
Veduta area del tribunale di Monza
Veduta area del tribunale di Monza

Dovranno rispondere di tentata induzione a contrarre un matrimonio i genitori ed il fratello maggiore di una ragazza di origini pakistane, oggi diciottenne, cresciuta a Seregno, per i quali il Gip del tribunale di Monza Angela Colella ha chiesto al pubblico ministero di formulare l’imputazione coatta. La novità è maturata in coda ad una vicenda complessa, le prime avvisaglie della quale sono emerse quando la giovane aveva appena 13 anni.

Giudiziaria: una vicenda molto complessa

Furono gli insegnanti della scuola secondaria di primo grado che l’adolescente frequentava ad accorgersi del suo disagio, tradottosi da quel che è trapelato anche in atti di autolesionismo, di fronte alla prospettiva di nozze combinate con un cugino ventunenne, imposte dalla famiglia, seguita dai servizi sociali comunali. Ne scaturì una segnalazione al tribunale per i minorenni, che dispose un approfondimento, concluso all’epoca con un nulla di fatto. La prospettiva del matrimonio è però riemersa con forza nel 2022, con tanto di preparativi in vista della celebrazione, prevista nel 2023. Pochi mesi prima, tuttavia, la ragazza, sentendosi ormai accerchiata, ha domandato aiuto ai già citati servizi sociali, ottenendo la sua collocazione in una comunità al di fuori dei confini regionali, mentre la famiglia, con i genitori e gli altri cinque figli, continua a risiedere a Seregno.

Giudiziaria: decisiva una nuova normativa europea

La procura della Repubblica di Monza, appreso del trasferimento, ha in un primo momento optato per chiedere l’archiviazione della procedura penale, incontrando tuttavia l’opposizione di Lucilla Tassi, legale che ha curato gli interessi della neo maggiorenne e del Comune di Seregno, forte anche di una nuova normativa introdotta a livello europeo, che ha previsto la fattispecie di reato contestata dal gip Colella ai familiari. Ora il pubblico ministero dovrà formulare il rinvio a giudizio degli indagati.