Battono ancora sulla gran cassa gli Alcolisti Anonimi che fanno capo alla sezione locale. E restano sul piede di guerra, perché non intravedono una soluzione al loro problema. Che è quello di poter riprendere i loro raduni due volte la settimana nei locali di via Bellini all’interno della sede di Asst del servizio dipendenze alcologia. Tante promesse finora ricevute da Asst, ma senza fatti concreti. I tempi continuano ad allungarsi.
“ Mi ero illuso che dopo il primo grido d’allarme lanciato la soluzione fosse in tempi brevi- ha sottolineato alquanto amareggiato Giovanni, responsabile della sezione locale degli AA- ma ahimè in pratica non è così. C’è sempre qualche cavillo di troppo. Una burocrazia infinita. Avevamo risposto al questionario e compilato tutta la modulistica richiesta nel marzo 2020, consegnata nelle mani del dottor Biagio Tinghino, ma non avendo avuto alcun cenno di riscontro, nonostante le diverse sollecitazioni, francamente avevamo temuto di dover lasciare la sede in cui ci ritroviamo da almeno trent’anni. Poi ai primi di maggio si era aperto uno spiraglio. Siamo a fine giugno e tutto tace”.
“ Le nostre pressioni non sono un capricci- ha proseguito- ma sono dovute al fatto di avere certezze perché tutti gli appartenente alla sezione sentono con urgenza la necessità di ritrovarsi in presenza. Finora abbiamo “tentato” di tenere i contatti tra noi attraverso le videochiamate ma hanno sortito poco. Tutti noi abbiamo bisogno il contatto diretto in presenza che per noi è rassicurante”. Dall’inizio del lockdown le richieste di adesioni alla sezione sono aumentate rispetto ad altri periodi. “Tutti i giorni sono bersagliato di richieste, tutti spingono- ha detto Giovanni- ma anch’io ho le mani legate. Rispondo loro quello che mi dicono dall’Asst. Ricevo quotidianamente almeno tre telefonate di bisogno, un bisogno che non si riesce a risolvere con l’online, ma solo in presenza. Se non si prova a vivere la difficoltà non si capisce il problema e cosa si vive. Gli alcolisti che prende in carica l’Asst, su 100 casi ne risolve solo l’uno per cento. Tutti gli altri approdano nelle sedi degli Alcolisti Anonimi perché noi siamo meno complicati. Non li mandiamo in comunità”.
Poi aggiunge:” se entro qualche settimana la situazione sarà ancora stagnante farò un appello agli enti di Seregno se possono affittarci qualche locale per ritrovarci due volte la settimana dalle 21 alle 23. Siamo gente tranquilla che non crea problemi, ma cerca di aiutarsi vicendevolmente a risolvere una situazione in cui senza saperlo siamo stati coinvolti per fattori diversi”. All’Asst abbiamo richiesto a che punto è la pratica Alcolisti Anonimi. Ha risposto Antonio Urti, responsabile della comunicazione e relazioni esterne: “penso di poter dire che siamo in dirittura d’arrivo. Gli Alcolisti Anonimi hanno ragione. Capiamo la loro urgenza e necessità. Col dottor Tinghino, dobbiamo definire la parte assicurativa. Chi entra nei nostri locali se si fa male che inciampa e cade chi risponde? E poi a chi consegnare le chiave dei locali e in quanti le possono detenere e tanti altri piccoli particolari. La loro domanda di aderire all’associazione di volontari è stata accolta. Non me la sento di dare una data certa, ma che siamo vicini alla soluzione questo, sì”.