«Siamo di fronte ad un fatto epocale. Il sindaco Alberto Rossi si dimetta, perché è stato incapace di gestire quello che era un gioiello della popolazione. Ora mi auguro che la corte dei conti e le procure facciano valere i diritti dei cittadini di Seregno». Tiziano Mariani, capogruppo nel consiglio comunale di Seregno di Noi per Seregno e prim’attore della battaglia legale contro l’operazione tra Aeb ed A2A, ha commentato così giovedì 12 gennaio, intervenendo telefonicamente alla conferenza stampa promossa dalle forze di minoranza nella sede della Lega alla corte del cotone, la sentenza della cassazione.
Aeb-A2A: un’altra azienda aveva mostrato interesse
«La suprema corte -ha sottolineato- ha messo la parola fine alla vicenda. Quando si è pronunciato il Tar, era possibile che il consiglio di Stato ribaltasse la decisione sulla delibera approvata ad occhi chiusi quella notte, senza i documenti necessari, delibera con cui sono stati consegnati ad A2A i 100 anni di storia della nostra azienda. Questo anche se poi il consiglio di Stato non ha ribaltato nulla. Ora la sentenza è esecutiva e mi chiedo come si possa pensare di andare avanti così». Mariani ha quindi proseguito: «Non ho nulla contro A2A, che è una grande azienda. Ma non era l’unica grande azienda con cui poter fare un matrimonio. Un anno fa, è emerso che un’altra azienda delle sue dimensioni aveva chiesto di essere interpellata, nel caso si fosse proceduto ad una gara. Ma questo aspetto è stato sottaciuto. Il sindaco deve rendersi conto del danno che ha creato, poiché altre società avrebbero potuto portare maggiori risorse alla città. Ora, se decidesse di rifare la delibera, dovrebbe indire la gara che avrebbe dovuto fatta a suo tempo, come il Tar ed il consiglio di Stato hanno evidenziato. L’operazione con A2A non esiste».