Seregno, lutto per Romano Citterio: grande tifoso di calcio, fondò il marchio di vernici Citver

Seregno in lutto per la morte di Romano Citterio, conosciuto in città per la fabbrica di vernici Citver e per la sua grande passione per il Seregno Calcio.E per le auto. Le parole di Fabrizio Cesana e del figlio.
Seregno, lutto per Romano Citterio: grande tifoso di calcio, fondò il marchio di vernici Citver

Si è spento a Giussano, dopo un breve periodo di malattia, Romano Citterio, 75 anni di Seregno. Molto conosciuto per aver creato nel 1966 la fabbrica di vernici “Citver” un marchio che aveva preso piede in tutta Italia e all’estero.

Un’impresa con 60 persone tra Seregno e Albiate, che ha retto i battenti fino al 2011, quando passato di mano nel mese di marzo aveva chiuso i battenti a fine anno. Citterio, oltre che imprenditore era conosciuto come un grande appassionato di sport in particolare di calcio. Era legatissimo al Seregno Fbc 1913, di cui è stato tra i vice presidenti per oltre un ventennio, ma soprattutto è stato l’uomo della panchina a fianco dei vari allenatori tutti di grande valore da Brighenti ad Angeleri, Gei, per citarne alcuni, negli anni d’oro della serie C a tre gironi nazionali. L’altra sua grande passione erano le auto, da quelle sportive alle più ricercate, come la Ferrari, di cui ha posseduto cinque diversi modelli. Una persona sempre disponibile, generosa e molto legata alla sua città e ai colori azzurri del Seregno, di cui soffriva nel vederlo, ultimamente, relegato nei quartieri bassi della classifica.

«A distanza di tanti anni, quando incontravo Romano parlavamo sempre e solo del suo Seregno. Essere qui mi ha dato la possibilità di dimostrargli la mia amicizia fino in fondo», la voce di Fabrizio Cesana, ex giocatore ed allenatore del Seregno e oggi commissario tecnico delle nazionali giovanili del Congo Brazzaville, tradisce l’emozione.

«Avevamo vissuto insieme – continua – nei rispettivi ruoli, la stagione 1983-’84, quella culminata con la sconfitta contro la Virescit Boccaleone nello spareggio di Lodi, con in palio la promozione in serie C2. Ancora in giugno, quando ci vedemmo a Santa Valeria, ricordammo per ore quel fatale pomeriggio e ci confrontammo su ciò che non era andato, raccontandoci tanti aneddoti personali. Nella testa di tutti, ma nella nostra in particolare, quella disavventura non è mai stata davvero superata: lui ne soffriva ancora più di me».

Commosso è anche il figlio Fabrizio Citterio: «Ero piccolo quando lui era dirigente del Seregno ed è stato lui a trasmettermi la passione per il calcio. Poi da questo mondo, che era il suo, mi sono staccato a lungo, fino a quando in estate il Rezzato mi ha coinvolto come responsabile del marketing. Lui però amava gli azzurri come il primo giorno: la domenica seguiva il Televideo o Facebook per sapere il risultato della partita. Sono contento che tanti che sono stati suoi giocatori abbiano partecipato ai funerali. Penso ad Enrico Annoni, che lanciò in prima squadra appena sedicenne, prima di venderlo al Como e di consentirgli di iniziare un lusinghiera carriera tra i professionisti».