Un anno dopo la scoperta di quello che fu ritenuto il primo caso di contagio da coronavirus in Italia, con protagonista Mattia Maestri, lodigiano di Codogno, l’emozione è stata il filo conduttore della cerimonia dedicata alle vittime della pandemia, svoltasi sabato 20 febbraio a Seregno per iniziativa delle forze politiche presenti in consiglio comunale.
La mattinata è stata introdotta da una messa, officiata nella basilica San Giuseppe da monsignor Bruno Molinari. «Ci vengono in mente grappoli di parole – ha spiegato il prevosto nella sua omelia-, che riassumono questi dodici mesi. All’inizio la sorpresa, lo stupore, lo sconcerto, fino alla paura in un tempo drammaticamente sospeso. Oggi siamo qui a mettere tutto nelle mani dell’Altissimo, a ricordare chi non c’è più e a condividere il dolore delle famiglie. Ma abbiamo la consapevolezza che, dopo la quaresima, ci sia sempre una Pasqua di resurrezione e questa speranza va sostenuta».
Subito dopo, i presenti si sono spostati in piazza Concordia, su cui la chiesa madre si affaccia, dove parecchie decine di primule gialle, considerate simbolo di rinascita, sono state piantumate nelle aiuole.
«Ho chiara l’immagine di una benedizione ricevuta in questa piazza deserta – ha commentato il sindaco Alberto Rossi – durante il primo lockdown, a nome di tutta la comunità. Ora siamo tornati di nuovo, per volere di tutte le forze politiche, che ringrazio. Ringrazio anche la polizia locale, la protezione civile, gli alpini e Seregno soccorso, che nell’emergenza ci hanno indicato cosa sia una comunità. Dedichiamo a tutti i concittadini scomparsi il gesto che stiamo per compiere. Queste primule saranno motivo di riflessione quando ripasseremo nei prossimi giorni, quasi dei fiori d’inciampo». Al sindaco il capogruppo consiliare della Lega Edoardo Trezzi ha infine indirizzato la sua riconoscenza, «per aver accolto la nostra proposta per questa commemorazione». A Seregno, dall’inizio della pandemia, i decessi per il Covid 19 sono stati ottantatré.