Seregno, l’ascensore rotto relega in casa due sorelle. Ma Aler non interviene

Entrambe affette dalla distrofia muscolare, le giovani si muovono su sedie a rotelle molto pesanti, che rendono impossibili soluzioni alternative per l'uscita dalla loro abitazione al secondo piano
Le sorelle Boudid di fronte all’ascensore rotto

«Ci troviamo nell’impossibilità di uscire da casa. La riparazione, da quel che ci è stato detto, non avverrà prima di un paio di settimane, ma intanto io sono costretta ad assentarmi dal tirocinio lavorativo che stavo frequentando e mia sorella non ha la possibilità di andare a scuola. Dov’è finita la considerazione della nostra dignità come persone?». Imen Boudid, 22 anni, origini tunisine, ma nata e cresciuta in Italia e cittadina italiana, commenta così la situazione che sta vivendo al pari della sorella Nour, 13 anni. Entrambe affette dalla distrofia muscolare, che le obbliga a muoversi su sedie a rotelle elettriche, le due giovani da una decina di giorni non possono lasciare la loro abitazione al secondo piano di una palazzina dell’Aler in via Bottego a Seregno, di cui la famiglia è affittuaria, a causa del guasto che impedisce il funzionamento dell’ascensore. Una problematica che già si era palesata in passato e che si è ripresentata, con tutte le conseguenze negative del caso. «Capita che l’ascensore venga riparato al mattino e si rompa di nuovo nel pomeriggio -confida Boudid-. Stavolta, secondo Aler è necessario l’arrivo di un pezzo di ricambio dalla Cina, ma servirebbe una scorta di pezzi di ricambio, considerato che gli inconvenienti sono così frequenti. La verità è che l’ascensore è vecchio ed andrebbe sostituito e non semplicemente riparato».

Aler: la preoccupazione per i tempi troppo lunghi

Ancora le sorelle Boudid di fronte all’ascensore non funzionante

Lo status quo è aggravato dall’impossibilità di soluzioni alternative: «Io ho la colonna vertebrale fissata e non posso essere presa in braccio e trasportata al piano terra, mentre mia sorella ha la scoliosi e di fatto anche per lei la prospettiva è identica. In più, le carrozzine sono pesantissime, circa centocinquanta chilogrammi l’una, e per sollevarle occorrerebbero quattro o cinque uomini. In caso di necessità, come dovremmo comportarci? Soltanto i vigili del fuoco potrebbero aiutarci, ma si tratterebbe di un’operazione lunghissima. Tra l’altro, Nour è soggetta a crisi epilettiche, che se non si risolvono nell’immediato, richiedono un trasporto al pronto soccorso. Speriamo che in questi giorni vada tutto bene…».

Aler: la battaglia dell’Uildm al fianco delle due sorelle

Al fianco delle due sorelle si sta muovendo l’Uildm, unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare. «A causa dell’ascensore rotto -conferma Gabriella Rossi-, Imen non può frequentare il tirocinio e Nour non può andare a scuola. Ci siamo rivolti al centro antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” della Ledha, la lega per i diritti delle persone con disabilità, chiedendo che scriva una seconda lettera di diffida all’Aler, affinché intervenga. Se Aler non lo facesse, procederemmo ad una denuncia». Rossi non usa mezzi termini: «I servizi sociali comunali ed Ats sono con noi in questa battaglia. Sappiamo che Aler ha ricevuto fondi per la riqualificazione del suo patrimonio immobiliare. Se anche il comparto di Seregno non rientrasse in questa progettualità, non si capisce perché non venga inserito. I tecnici in passato hanno spiegato ad Imen che l’ascensore va sostituito, non riparato. Così, due ragazze sono relegate nella loro abitazione».