Doveva essere un “modello” di costruzione, una sorta di fiore all’occhiello di edilizia sociale eco-compatibile, una costruzione all’avanguardia sia dal punto di vista tecnologico che per concezione architettonica, secondo il progetto approvato e finanziato dalla regione nel 2004, invece, il fabbricato di via Locatelli-Belluno, è agli effetti pratici un colabrodo. Andare a vedere per credere. Il caseggiato è composto da 7 abitazioni mono, bi e trilocali, con relativi posti auto seminterrati, disposte su tre palazzine di due piani, delle quali tre poste al piano terra con giardino privato e quattro al primo piano con ampie terrazze. La tipologia e la dimensione degli alloggi è stata studiata per ospitare due famiglie di tre persone e cinque coppie.
La palazzina beneficia a nord di un parco urbano. Questo sulla carta, ma la realtà dei fatti è completamente diversa. Le abitazioni hanno enormi infiltrazioni di acqua in tutti i locali e l’odore che si respira all’interno è quello acre, nauseabondo di umidità, di muffa, di salnitro che ristagna sulle pareti, irrespirabile. I residenti sono costretti anche in inverno a dormire con le finestre in parte aperte. La manutenzione da parte degli uffici comunali è scarsa e lascia a desiderare.
Occorrono interventi seri e drastici per permettere a quelle persone di poter vivere almeno civilmente. Un edificio costruito da pochi anni che già presenta situazioni di precarietà e vetustà. Sembrerebbe impossibile che nella opulenta Seregno esistano situazioni simili. Il caseggiato è privo di ascensore e con tante barriere architettoniche, tanto che Francesco Casati che abita al secondo piano è relegato in casa da più di un anno in quanto impossibilitato a muoversi avendo subito l’amputazione del piede destro. Si muove solo con la carrozzina, ma non può uscire di casa visti gli impedimenti.
Quasi tutti i residenti sono in là con gli anni e lamentano la fatica di fare ogni giorno rampe di scale. Tutti gli appartamenti sono colpiti dal mucido, dal risudamento e dall’umidume. Ha detto Shpetime (Vittoria) Dervishi: “ stanca di una situazione insostenibile, dopo aver chiesto a tutte le amministrazioni che si sono alternate alla guida della città, senza venire a capo di niente, il 17 gennaio ho scritto al commissario prefettizio evidenziando lo stato di gravissima difficoltà in verso la stabile e quando piove come giovedì e ieri l’acqua esce dal pavimento di casa”. Sulla stessa lunghezza d’onda Maria Ranaldi, che occupa i locali dal 2009 “L’umidità ci sta creando una sacco di problemi di salute, la muffa su tutte le pareti è vergognosa e ho vergogna a ricevere le persone in casa”. Patrizia Miccoli ha aggiunto: “ perché non siamo considerati come cittadini? L’affitto lo paghiamo regolarmente ma dal 2009 mai un intervento di risanamento e conservativo, sarebbe un caseggiato da abbattere e rifare di nuovo ma in una forma diversa come una casa normale”