Queste surroghe non s’hanno da fare. Almeno per il momento. La seduta di mercoledì 22 maggio del consiglio comunale di Seregno, che nelle aspettative di tutti avrebbe dovuto ufficializzare il rimpiazzo di quattro dei sei consiglieri leghisti che si sono dimessi, si è risolta con un clamoroso nulla di fatto. Dopo due ore di discussione a tratti grottesca con siparietti che hanno fatto pensare a veri e propri sketch di cabaret, i lavori sono stati interrotti su istanza di Mauro Ballabio del Pd che ha sottolineato un vizio di forma nella convocazione, minacciando un ricorso giudiziario per far invalidare la serata e tutti gli atti approvati conseguentemente adottati. Un’istanza che il sindaco Giacinto Mariani ha fatto propria, per evitare guai ulteriori. «Le surroghe le farete al termine della legislatura» ha sibilato Ballabio, che ha riconfermato così l’opposizione a tutto campo contro l’amministrazione, che il Partito democratico intende mettere in campo. «Siamo di fronte ad una strumentalizzazione, ma non ho voluto prestare il fianco a nuove cattiverie» ha ribattuto Mariani, che ha promesso di chiarire quel che c’è da chiarire sulla sua attività affaristica nell’apposita seduta che le minoranze hanno già richiesto.
Seregno, il Pd affonda il colpo Salta il consiglio comunale
Un vizio formale scovato dal capogruppo Pd ha costretto il sindaco Giacinto Mariani a chiudere la seduta del consiglio comunale di Seregno senza procedere con la sostituzione dei leghisti dimissionari. Un altro smacco per il centrodestra.