“La passione per la montagna”, è stato l’argomento che il giussanese Vincenzo Torti, presidente generale del Club Alpino Italiano dal maggio 2016, ha affrontato nel corso del meeting culturale al Rotary Sedeca. Torti, avvocato civilista e penalista, alpinista, sciatore, appassionato di corsa a piedi e di lunghi itinerari di pellegrinaggi, frequentatore della montagna per tradizione famigliare, è iscritto al Cai dal 1952. Autore de “La responsabilità dell’accompagnamento in montagna” e di numerose saggi e articoli in materia, relatore docente a corsi di formazione di guide alpine e di tutte le categorie di titolati Cai. Nel Cai, in oltre 26 anni di volontariato, ha ricoperto incarichi elettivi in tutti i livelli delle strutture territoriali e centrali, da presidente della sezione di Giussano a presidente del convegno Lombardo. In tutti gli incarichi ha improntato la propria opera come servizio alla base sociale.
“Il Cai ha 158 anni di storia fondato nel 1863 da Quintino Sella, oggi conta 327 mila soci, suddivisi in 513 sezioni, ed è la più grande associazione italiana- così ha esordito Torti- e ha una base fidelizzata perché i soci hanno la convinzione di partecipare a qualcosa. E’ un volontariato che si esprime”. Quindi ha aggiunto che:” negli anni Ottanta è stato tracciato sulla cartina il “cammino Italia” , il cui primo tentativo concreto è del 1995 con gli alpini, diventato realtà nell’ultimo periodo e si compone di 7.200 chilometri, da Nord a Sud comprese le due isole maggiori. Il “cammino Italia”, adesso ha preso il nome di “sentiero Italia Cai” e ogni chilometro dell’itinerario è stato tracciato dai soci Cai. Un tracciato che passa attraverso tutte le regioni- ha proseguito Torti- ed è diventato un’opportunità di lavoro, la dove ci sono i ristori. Sono mille i volontari che lavorano lungo il sentiero ed è un’attività che sta richiamando i giovani. Lungo i sentieri che attraversano molti piccoli paesi, è stata per i residenti l’occasione per sistemare caseggiati abbandonati”. Per la mancanza di neve Torti ha detto che lungo la penisola ci sono 300 impianti di sci abbandonati, una sorte di cattedrali nel deserto che non si sa cosa farne. Ha posto poi l’accento sulle prossime olimpiadi invernali Milano-Cortina, dove nella località ampezzana dovrà essere rifatta la pista di bob che risale all’olimpiade del 1956, che ha un costo notevolissimo, mentre a Torino la pista di bob dopo le olimpiadi di Torino del 2006 è in stato di completo abbandono. Prima di chiudere ha informato che 150 delle 513 sezioni Cai, sono impegnate nella montagna terapia, un’iniziativa che ha trovato molto successo soprattutto tra le persone con disabilità. “Il Cai ha acquistato di recente 53 Panda che vengono impiegato su tutto il territorio italiano per forme di assistenza domestica ad anziani che risiedono nelle valli più sperdute”. Infine ha precisato che il corpo nazionale soccorso alpino e speleologico è una sezione nazionale del Cai.
Paolo Volonterio