Erano stati ideati per contribuire alla modernizzazione e all’efficientamento energetico di un patrimonio immobiliare spesso molto datato. Nello stesso tempo, avrebbero dovuto dare un rinnovato impulso all’intero comparto. Obiettivi che, negli ultimi tempi, sono però diventati sempre più difficili da raggiungere, nonostante le tante potenzialità legate appunto ai bonus edilizi. Lo sottolinea con amarezza il Consorzio Italia 3Erre, che ha sede a Seregno. Il presidente Gianfranco Terruzzi ha sintetizzato la questione in una lettera inviata alle più importanti cariche dello Stato (il presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico ), e per conoscenza ai ministri Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti e Roberto Cingolani.
Il presidente del Consorzio: lettera anche ai parlamentari
Il documento è stato inviato anche a tutti i parlamentari, senatori e deputati eletti nelle circoscrizioni che fanno capo alle province di Milano, Monza Brianza, Como e Lecco. «Sono il Presidente di un Consorzio d’Imprese – spiega Terruzzi – che negli ultimi tre anni ha operato nell’ambito della riqualificazione energetica e della ristrutturazione edilizia del patrimonio privato, contando sulle norme volute dalle istituzioni, note ai più come Bonus edilizi».
Terruzzi (Consorzio Italia 3Erre): “Eccesso di credito, molte imprese rischiano di chiudere”
Il presidente del Consorzio spiega poi come «la liquidazione dei crediti d’imposta generati dai bonus edilizi sia rimasta ferma dai primi di gennaio fino ad oggi. Questo ha fatto sì che la quasi totalità delle nostre imprese (ben 46 per un totale di circa un migliaio di addetti fra diretti e indiretti) siano state costrette a dare uno stop ai cantieri in corso, senza poterne aprire di nuovi. Non potendo liquidare i nostri crediti d’imposta, frutto di sconto in fattura, maturati e asseverati fiscalmente (ad oggi abbiamo in pancia quasi 5 milioni di euro) è venuto meno il meccanismo virtuoso dello sconto in fattura. Questa modalità ci permetteva di agevolare i nostri clienti condomìni, con operazioni di superbonus 110 e altri interventi e, in tempi ragionevoli, (riuscivamo in 40-50 giorni da ogni SAL) a monetizzarli e pagare così: imprese, professionisti e fornitori. Le recenti modifiche normative decise dal Governo e ratificate dal Parlamento, hanno ulteriormente complicato le procedure burocratiche da seguire per beneficiare dei bonus. Paradossalmente, sembra che sia diventato più importante avere in ordine le carte (ben 43 passaggi documentali), che non eseguire con cura e maestria i lavori di riqualificazione energetica e di ristrutturazione edilizia, così importanti per la nostra transizione energetica. Le nostre imprese hanno retto a fatica in questi sei mesi, ma ormai la situazione è insostenibile e molte rischiano addirittura di chiudere, non per eccesso di debiti, ma da eccesso di crediti. Crediti d’imposta di cui lo Stato si è fatto garante con le sue leggi. Noi che abbiamo sempre avuto fiducia nello Stato, oggi ci sentiamo presi in giro e sfiduciati».