La “squadra”, viene ribattezzata dai giudici di Monza il “comitato d’affari”, ma la sostanza non cambia. Nelle motivazioni della sentenza che ad aprile ha condannato Massimo Ponzoni a dieci anni e mezzo di reclusione, si parla di atti contrari “al buon andamento della pubblica amministrazione”. Gli imputati, oltre all’ex coordinatore provinciale Ponzoni, l’ex assessore all’urbanstica di Desio Antonino Brambilla, l’ex direttore dell’ufficio tecnico Rosario Perri, l’imprenditore Filippo Duzioni (condannati a pene fra i 3 anni e mezzo e i 5 anni e mezzo), “hanno incarnato l’esempio di ciò che la politica e l’imprenditoria non dovrebbero mai essere; i loro comportamenti, alterano pesantemente il corretto andamento della PA, con schiaccianti ricadute sul futuro del paese”. All’elenco degli imputati, va aggiunto l’ex sindaco di Giussano Franco Riva. Questo è stato condannato a 2 anni e 6 mesi per bancarotta, ma assolto per mancanza di prove dall’accusa di concussione in merito al Pgt di Giussano (“non vi è prova che fosse al corrente di patti corruttivi”).
Ci furono eccome, invece condizionamento sul Pgt di Desio (“diretto potere di condizionamento di Ponzoni”, scrivono i giudici del collegio presieduto da Patrizia Gallucci, con giudici a latere Pierangela Renda ed Emanuela Corbetta), in particolare sul il progetto del centro commerciale tra Desio e Muggiò. Assecondare i desideri del privato, sull’asse Ponzoni- Duzioni, in cambio non di classiche mazzette, ma di “sistemi più sofisticati di percepimento di vantaggi illeciti”. Per esempio consulenze o poltrone alla provincia di Monza.
Brambilla, viene dipinto come “una persona molto interessata all’ottenimento della sua poltrona, e non il politico idealista, come lui stesso ha voluto descriversi nel corso del suo esame”. Lo stesso dicasi per Perri: “sul suo interesse non vi è mai stato alcun dubbio; stava per andare in pensione ed è facilmente intuibile che ci fosse la precisa volontà di restare nell’entourage di Ponzoni per non finire nell’ombra”.
Ponzoni, invece, “aveva visibilità per essere riconosciuto come l’uomo che poteva segnare il successo o l’insuccesso di un progetto, solo spendendo la sua parola con gli uomini che politicamente facevano a lui riferimento e che da lui speravano di ottenere favori”. Duzioni, poi, “afferma di essere un semplice mediatore tra i clienti e i politici, di non avere quasi competenze in materia urbanistica; ma la PAM, colosso alimentare (…) paga somme ingentissime per garantirsi un mero “accompagnatore” solo per recarsi dai politici del caso?”.