Sentenza del tribunale: al papà separato serve una famiglia che lo aiuti

Cercasi famiglia d’appoggio. Cercasi lavoro. Sono appelli urgenti, di due casi diversi che hanno però una cosa in comune: sono di papà separati che si ritrovano in situazioni particolari. Due storie di Lissone.
Sentenza del tribunale: al papà separato serve una famiglia che lo aiuti

Cercasi famiglia d’appoggio. Cercasi lavoro. Sono appelli urgenti, di due casi diversi che hanno però una cosa in comune: sono di papà separati che si ritrovano in situazioni particolari. Il primo Giovanni (nome di fantasia ma la storia è vera nda) è in attesa che qualche volonteroso si renda disponibile per aiutarlo con i bambini, il secondo Daniele è rimasto senza lavoro e non sa più come fare.

La ricerca di una famiglia che aiuti poche ore al giorno è una caso particolare ma previsto dal Tribunale dei minori, come spiega il legale di Giovanni, Michele Memola: «Il mio assistito è stato nominato dal tribunale dei minori genitore affidatario con l’intervento di educatori per i bambini o l’affiancamento di una famiglia di appoggio. Si tratta in sostanza di una famiglia che si renda disponibile, a titolo gratuito, ad aiutare il padre nella gestione dei figli visto che il suo lavoro è su turnazione, come scritto nel decreto definitivo del tribunale che dà il mandato al Comune di predisporre questo tipo di intervento. Sono passati alcuni mesi ma nessuno si è fatto ancora avanti. Il padre sta facendo di tutto per evitare ulteriori traumi ai bambini, ma ora inizia a trovarsi in difficoltà».

Per questo lancia un appello perché qualcuno si offra per aiutarlo: purtroppo non ha sostegni da parte della famiglia e quindi si deve arrangiare.

«Tutto questo ha un costo- dice ancora Giovanni- gli educatori sono già venuti a controllare i bambini, sono andato anche alla Caritas ma non ho avuto risposte. Non sono mai sereno, i bambini per fortuna stanno vivendo bene la situazione non voglio che soffrano ancora. Sono fortunato perché ho un lavoro».

Di tutt’altro aiuto ha bisogno Daniele, che si è ritrovato disoccupato da poco e non sa più cosa fare. «Sono separato da un anno e mezzo ho due figli minori – spiega – e fino a un mese fa lavoravo, scaduto il contratto sono rimasto disoccupato. Sto cercando lavoro ma non trovo niente, non ho più soldi per vivere e il prossimo mese rischio di andare a vivere in macchina perché non posso più permettermi la casa in affitto. Mi sono rivolto ai servizi sociali ma non possono darmi un contributo economico, mi hanno indicato i dormitori pubblici, in caso di necessità ma purtroppo non possono fare nulla per me. A 48 anni essere in questa situazione è davvero brutto. Per fortuna i bambini sono sereni. Io mi sono iscritto al collocamento, alle agenzie interinali, rispondo a tutte le inserzioni ma non sono ancora stato richiamato, in caso di separazione i papà sono quelli che, dopo il dolore dei bambini, ci rimettono».

Se qualcuno volesse dare un aiuto al papà che cerca la famiglia di appoggio può rivolgersi all’avvocato Memola di Monza, che riferirà al Comune di Lissone la disponibilità.