Studenti nuovamente a scuola dal 14 settembre 2020. Il ritorno dopo sei mesi trascorsi tra lockdown e vacanze estive è previsto “in presenza e in sicurezza”. Sono cinque le regole che verranno promosse anche in campagne di sensibilizzazione per tornare “a scuola più consapevoli e responsabili” per dire che “insieme possiamo proteggerci tutti”.
In primo luogo il distanziamento di un metro da mantenere in classe (distanziamento fisico inteso come 1 metro fra le “rime buccali”, la bocca, degli alunni) e in tutti gli ambienti compreso l’ingresso e l’uscita con l’obbligo di evitare gli assembramenti. Poi la mascherina, anche di stoffa, che il Comitato tecnico scientifico indica per proteggere naso e bocca. E poi le raccomandazioni di non presentarsi con sintomi di infezioni respiratorie acute (febbre, tosse, raffreddore), di seguire le indicazioni degli insegnanti e rispettare la segnaletica, lavare frequentemente le mani o usare gli appositi dispenser per tenerle pulite, evitare di toccarsi il viso e la mascherina.
Un capitolo importante del documento presentato nei giorni dal presidente del consiglio Giuseppe Conte e dal ministro Lucia Azzolina è dedicato agli spazi e ai finanziamenti stanziati per gli interventi negli edifici.
Il governo è pronto ad investire un miliardo di euro, soldi che arriveranno pure dal recovery fund: «Un importante capitolo del recovery fund sarà dedicato alla scuola» ha spiegato il presidente del Consiglio che ha ricordato come «chiudere le scuole è stata una scelta sofferta, una decisione che ci ha impegnato severamente» ammettendo che «la didattica a distanza è stata una questione di necessità, ma ci rendiamo conto che non eravamo pronti e preparati».
La scuola che ripartirà a settembre nei piani di Conte e del suo governo sarà diversa, determinata nel mettere a bando parole come «dispersione scolastica», «povertà educativa» e «sovraffollamento»: «Non tolleriamo più – avverte il premier- classi pollaio».
«Le scuole dovranno essere pulite, abbiamo investito milioni di euro per comprare prodotti igienizzanti. Dobbiamo prevedere quel metro di distanziamento, evitare assembramenti e fare ingressi scaglionati – ha spiegato Azzolina – La scuola ha bisogno di spazi, abbiamo creato un software che ci dice quanti metri quadrati abbiamo nelle scuole, grazie a questi dati sappiamo che il 15% degli studenti dobbiamo portarli fuori dagli istituti. Faremo lavori di edilizia scolastica leggera, spostando finestre, porte, riaprendo delle ali. Riprenderemo 3 mila istituti scolastici dismessi che possiamo riutilizzare». Un impegno che verrà condiviso con «gli enti locali».
Più spazi significa inevitabilmente più personale. «Avremo bisogno di più organico – ragiona la ministra – con i soldi messi a disposizione possiamo assumere fino a 50 mila persone in più a tempo determinato. Non abbiamo tagliato l’organico, e questa estate assumeremo a tempo indeterminato personale docente e non. Ci sarà un enorme investimento su migliaia di posti dati a concorso, a luglio gli stipendi del personale docente cresceranno».
Per Azzolina «l’investimento sui dipendenti è alla luce di un riconoscimento che meritano». «Gli stipendi del personale docente sono tra i più bassi d’Europa» riconosce la titolare dell’Istruzione che sottolinea l’impegno economico del governo. «Ci sarà un miliardo in più da stanziare, è veramente tanto se pensiamo che oltre a quello ne abbiamo stanziati altri quattro da gennaio. La scuola – osserva- non ha mai visto questi soldi. Spesso è stata sottoposta a tagli. Non è stato facile stanziare un altro miliardo, ma è il segnale che il mondo della scuola è al centro dei nostri pensieri».
Dal primo settembre le scuole riapriranno per il recupero degli apprendimenti delle studentesse e degli studenti che non hanno raggiunto la sufficienza alla fine dell’anno scolastico appena concluso e di tutti gli alunni che i docenti vorranno far partecipare in base alle esigenze della loro classe. Dal 14 settembre cominceranno le lezioni. Nel lavoro che sarà fatto dalle scuole e ai tavoli regionali massima priorità sarà data ai più piccoli, che più di tutti hanno sofferta la chiusura della scuola in questi mesi e agli alunni con disabilità.