Non più in presenza al 100 per cento, ma a partire dal 60 per cento in zona gialla. La scuola superiore può attendere il ritorno in presenza come era stato annunciato dal presidente del consiglio Mario Draghi dal 26 aprile, con il nuovo decreto legge che prevede il ritorno delle zone gialle. Il passo indietro è arrivato nell’incontro tra governo e Regioni di martedì 20 aprile. Studenti e istituti pagano principalmente per un sistema di trasporto pubblico che è ancora previsto con passeggeri al 50 per cento della capienza e non è stato potenziato da inizio emergenza e anche per l’affollamento delle aule nonostante gli sforzi organizzativi degli istituti per arrivare già pronti alla prima campanella di settembre.
“L’obiettivo comune è raggiungere il massimo della presenza possibile nelle scuole. Per questo motivo diciamo ‘grazie’ al Governo che ha dimostrato la massima collaborazione su questo tema – ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, al termine dell’incontro – L’obiettivo della didattica in presenza al 100% non può non tenere conto di due criticità, quali la capienza dei mezzi di trasporto pubblico locale oggi ammessa al 50% e i limiti strutturali di numerosi edifici scolastici, che impediscono il pieno rispetto delle misure di contenimento dei contagi e lo svolgimento in assoluta sicurezza delle attività”.
“Fermo restando l’obiettivo ambizioso di ritornare nel più breve tempo ad una didattica in presenza nelle scuole – ha continuato – apprezziamo quindi che si sia deciso di partire da una soglia minima del 60%, magari rivolgendo uno sguardo di attenzione agli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori, per puntare, in prospettiva, al traguardo del 100%”.