«Complimenti alla campagna nazi contro convegno sulla famiglia. Scritta su sede Tempi»: reagisce così su Twitter il direttore di Tempi, il monzese Luigi Amicone, dopo avere trovato nella mattina di venerdì 16 gennaio la scritta sulla sede della rivista vicina al movimento di Comunione e Liberazione. All’origine, le polemiche sul convegno in programma sabato 17 gennaio all’auditorium Testori di Palazzo Lombardia a Milano, intitolato “Difendere la famiglia per difendere la comunità”, che ha ottenuto il logo di Expo ed è stato accusato di sostenere tesi omofobe.
«Questa polemica basata sul nulla, anzi sulla falsità, è chiusa» ha detto nei giorni scorsi il governatore Roberto Maroni, che ha aggiunto: «Se qualcuno al convegno sosterrà tesi strampalate sui gay, dirò che non sono d’accordo. Ma non tolgo il logo di Expo». «Che la regione patrocini un convegno di stampo omofobo e antiscientifico è segno di una grave arretratezza di parte delle istituzioni e del Paese» ha sostenuto l’associazione Sentinelli di Milano.
Complimenti alla campagna nazi contro convegno sulla famiglia. Scritta su sede Tempi pic.twitter.com/ETRzZMtxaE
— Luigi Amicone (@LuigiAmicone) 16 Gennaio 2015
La tensione di questi giorni si è spostata alla sede della rivista Tempi, che venerdì ha trovato la sede coperta con la scritta “Tempi merde omofobe e sessite” e sterco davanti all’ingresso. La rivista è promotrice del convegno e lo stesso Amicone sarà moderatore. Le conclusioni della giornata saranno tratte peraltro da un altro monzese: il consigliere regionale leghista Massimiliano Romeo, primo firmatario della mozione “Giornata della famiglia“.