Ormai è un rapporto epistolare, quello tra i comitati dei pendolari e la giunta regionale di Attilio Fontana. E non son proprio lettere d’amore quelle che si scambiano. Perché alle prime due missive dei rappresentanti dei viaggiatori, che chiedevano in soldoni le dimissioni dell’assessore regionale ai Trasporti Claudia Maria Terzi, e alla successiva risposta un po’ seccata inviata da Trenord a tutti gli utenti profilati sul sito della società, lunedì 7 febbraio comitati e prarresentanti dei pendolari hanno diffuso una nuova lettera, inviata sempre al governatore Fontana. A firmare la missiva, sono l’associazione MI.MO.AL, l’associazione Pendolari Novesi (APN), il Comitato Pendolari Bergamaschi, il Comitato Pendolari Como – Lecco, il Comitato Pendolari Cremaschi, il Comitato Pendolari della Bassa Bergamasca, il Comitato Pendolari del Meratese, il Comitato Pendolari di San Zenone al Lambro e comuni limitrofi, il Comitato Pendolari Gallarate – Milano, il Comitato Pendolari Lecco-Milano, il Comitato Pendolari linea S6 Milano – Novara, il Comitato Pendolari Romano, il Comitato Pendolari Busto Nord, il Comitato Trasporti Lecchese, il Comitato Viaggiatori e Pendolari della Milano – Asso, il Comitato Viaggiatori S9/S11, il Comitato Viaggiatori TPL Nodo di Saronno, il Coordinamento Provinciale Pendolari Pavesi, InOrario: Comitato Pendolari linea Mantova Cremona Milano, PendolariComo, Pendolino della Brianza – S7 Besanino, Rappresentanti della linea Domodossola – Arona – Milano, #sbiancalafreccia, UTP – Utenti del Trasporto Pubblico Regione Lombardia e i rappresentanti regionali dei viaggiatori: Franco Aggio, Giorgio Dahò, Stefano Lorenzi, Francesco Ninno, Sara Salmoiraghi.
«Ci rivolgiamo di nuovo a lei – scrivono a Fontana – perché, dalla nostra lettera inviataLe in data 17 gennaio, abbiamo constatato nei media e sui social che l’iniziativa ha destato molta agitazione. Ci sono stati infatti diversi tentativi di risposta, espressi però da parte di chi non sia stato da noi direttamente interpellato, ma non da Lei che guida la nostra Regione e ha la responsabilità politica del suo governo. L’ultimo atto di questa agitazione è una e-mail inviata massivamente da Trenord a tutti i suoi clienti, presenti e passati, in cui cerca di difendersi scaricando ogni responsabilità su fatti esterni o su altri Enti o Società, evitando di esprimere, come di consueto, una benché minima autocritica, necessaria premessa di ogni azione di miglioramento».
«Non intendiamo in questo momento entrare nel merito dei singoli punti elencati dall’Azienda, sui quali peraltro non abbiamo alcuna difficoltà ad affrontare un serio confronto nelle opportune sedi istituzionali – continua il documento -. È invece nostra intenzione chiedere a lei nuovamente se il governo regionale ritenga accettabile l’attuale livello del Servizio ferroviario e soprattutto quale futuro intenda dare al Sfr, che ha visto dal 2018 un progressivo ridimensionamento, iniziato fin da prima e indipendentemente dalle contingenti vicende del Covid che hanno solo evidenziato la fragilità di un’azienda che anche in tempi ordinari si trovava costantemente in affanno. Si tratta, pertanto, di una risposta politica, non tecnica, che spetta al titolare del servizio e non al fornitore e su questo attendiamo fiduciosi riscontro e indicazioni da lei, presidente della nostra Regione».