Sugli scontri accaduti tra tifosi dopo la partita di calcio Monza-Udinese del 26 agosto, che ha portato la Digos ad effettuare sei arresti, è intervenuto il consigliere regionale brianzolo Alessandro Corbetta (Lega).
Arresti dopo Monza-Udinese, Corbetta (Lega): “Sono seriamente preoccupato”
“C’è qualcosa che non ha funzionato nel piano di sicurezza del post partita tra Monza e Udinese se i pulmini di alcuni tifosi dell’Udinese, evidentemente malintenzionati, hanno potuto raggiungere viale Sicilia per dare la caccia ai monzesi e dare il via a una serie di scontri e tafferugli che avrebbero potuto avere conseguenze ben più drammatiche” dice. E aggiunge: “Sono seriamente preoccupato visto che siamo solamente alla seconda partita di serie A in casa ed episodi simili sono già avvenuti nei mesi scorsi ad esempio contro il Brescia. Si rischia di lanciare un messaggio pericoloso ai violenti delle varie tifoserie che possono individuare Monza come una piazza dove mettersi in mostra. Visto che scontri del genere sono accaduti con l’Udinese, cosa potrebbe succedere quando ad arrivare saranno tifoserie ospiti ben più numerose come Napoli e Roma? Lunedì prossimo, ad esempio, c’è l’Atalanta.“
Scontri a Monza dopo la partita: “Serve un piano integrato, tifosi ospiti vanno scortati”
“Evidentemente – continua Corbetta – va messo a punto il piano integrato di mobilità e sicurezza tra la questura e le varie istituzioni competenti e un sistema di scorta delle tifoserie organizzate ospiti per fare in modo che simili episodi non abbiano a ripetersi. Se nel pre-partita tutto è sembrato filare via liscio, non è parso così nel dopo-partita dove di fatto è saltato il controllo lungo le zone dei parcheggi e di deflusso dei tifosi di casa e dove ritengo non debba essere permesso il passaggio a pullman e mezzi delle tifoserie organizzate ospiti, i quali devono essere scortati fuori città così come avviene nei vari stadi d’Italia.” “Insomma, prevenire è meglio che curare: ne va della sicurezza dei tifosi del Monza, che non possono sentirsi ospiti a casa loro, e delle stesse forze dell’ordine. Sono sicuro che tutte le istituzioni competenti siano al lavoro in questa direzione.” Conclude Corbetta.