L’aveva promesso ed è stato di parola. Mercoledì poco dopo mezzogiorno Matteo Salvini è arrivato a Giussano. Il segretario della Lega Nord è intervenuto alla manifestazione di protesta organizzata in città contro l’arrivo di 14 profughi in un appartamento di via Giordano a Birone. «Se c’è da dare una mano ai profughi di guerra, le porte sono aperte – ha esordito Salvini – ma qui al momento non ce ne sono. Stiamo parlando di 14 posti letti potevano essere dati ai brianzoli. I giussanesi devono sapere che stanno pagando l’ospitalità a queste persone per un anno alla fine del quale si scoprirà che questi profughi non possono essere considerati dei richiedenti asilo».
«Accogliere chi scappa dalla guerra è un dovere sacrosanto. All’estero sono più rigorosi nell’identificare chi scappa dalla guerra da chi no. Il problema è che la maggioranza di queste persone vengono accolte e pagate dalle cooperative non scappa da nessuna guerra». A Giussano 14 immigrati del Pakistan hanno preso domicilio in parte di una villa privata a Birone in via Giordano 13. La casa è di proprietà della famiglia Novati, ma solo uno dei tre fratelli, Enea, ha preso accordi firmando il contratto d’affitto con il Consorzio Comunità Brianza, che si occupa della gestione dell’accoglienza in Brianza per incarico della Prefettura. All’oscuro di tutto gli altri due fratelli Samuela e Floriano.
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«Tornerò dal sindaco per un sit-in di protesta per chiedere ospitalità per 14 giussanesi disagiati» ha concluso Salvini.