Nell’agosto del 2014 ha rischiato la vita nelle acque del lago di Lecco di fronte alla sponda di Varenna. Da allora è passato più di un anno, ma non dimentica chi gli salvò la vita e lancia un appello: «Sono pronto a ospitare a mie spese la famiglia francese che quel giorno mi consentì di raggiungere i soccorsi».
Chi si racconta, con una grande commozione che traspare dagli occhi, è Roberto Di Pietro, 59 anni, titolare insieme a figlio e moglie di un ristorante a Lentate sul Seveso. Originario di Messina, ha sempre avuto nel cuore la passione per il mare e le barche. Emigrato al nord, non l’ha mai abbandonata, l’ha solo trasferita sulle rive del lago, dove spesso e volentieri trascorre tranquille giornate a bordo del suo gommone. Purtroppo il 16 agosto scorso qualcosa è andato storto. Pietro è finito in mezzo all’acqua e ci è rimasto a lungo, fino ad arrivare a temere per la propria sopravvivenza. «Ricordo quel giorno come se fosse oggi – ci racconta il ristoratore residente a Barlassina – Un’onda anomala mi fece sbalzare fuori dal gommone, che proseguì nel suo viaggio, lasciandomi inerme con maglietta e costume a galleggiare. Faceva freddo, era una brutta giornata. Qualcuno allertò i soccorsi, la guardia di finanza, i vigili del fuoco, la Croce Rossa. Loro riuscirono a bloccare il gommone, io li vedevo, ma ero nascosto, insomma ero lontano, non riuscivo a richiamare la loro attenzione. Ero allo stremo delle forze». Quando come un miraggio davanti agli occhi di Roberto apparve una barchetta.
«A bordo c’era una famigliola, madre, padre e due figli, francesi. La loro apparizione mi diede la forza. Saltai subito sulla barca e mi portarono verso la Croce Rossa. Da allora di loro non ho più saputo nulla, nemmeno i nomi. Mi tornano spesso alla mente e li voglio ringraziare. Se non fossero passati da lì, chissà che fine avrei fatto». Di Pietro ricorda che noleggiarono la barca a Varenna, ma non sa di più. «Chi li conosce, chi si ricorda di loro, si metta in contatto con me. Vorrei tanti ospitarli nella mia attività, offrir loro una cena, una vacanza in Italia. A loro debbo la mia vita. Ringrazio naturalmente la Guardia di finanza, i vigili del fuoco e la Croce Rossa per quello che hanno fatto, ma se non si fosse avvicinata la barchetta con la famiglia francese, forse non sarei qui a raccontarlo».