Rubavano duemila auto all’anno, venivano smontate a Lissone e Limbiate

I carabinieri di Cinisello incastrano una banda specializzata in furti di auto: ne rubavano cinque al giorno, quasi duemila all’anno e poi le smontavano in capannoni di Lissone e Limbiate. Tredici ordinanze di custodia cautelare.
Le auto venivano smontate da professionisti
Le auto venivano smontate da professionisti

Una montagna di targhe d’automobile fatte a pezzi, ammonticchiate in un’anonima officina di Lissone. Un puzzle che i carabinieri di Cinisello Balsamo hanno ricostruito pazientemente, risalendo in questo modo a una banda specializzata nel furto di automobili che venivano smontate e rivendute a pezzi. Sono tredici le ordinanze di custodia cautelare, in carcere e agli arresti domiciliari, eseguite dai carabinieri della stazione di Cinisello Balsamo, agli ordini del luogotenente Bernardo Aiello, e della compagnia di Sesto San Giovanni.

Oltre a questi provvedimenti, vanno aggiunte altre 4 misure, disposte dalla magistratura di Monza (gip Alfredo De Lillo) nei confronti di altrettanti indagati sottoposti all’obbligo di firma. Nel giro sono coinvolti una serie di ladri di vetture professionisti, autodemolitori compiacenti e meccanici addetti allo smontaggio delle macchine stesse; operazione, quest’ultima, che avveniva nell’officina di Lissone e in un altro capannone a Limbiate. Il centro nevralgico della banda era a Cinisello, ma sono coinvolti anche personaggi brianzoli di Desio, Muggiò, e Limbiate. Tutti dovranno rispondere dei reati di associazione a delinquere finalizzata al furto di autovetture, alla ricettazione e al riciclaggio di materiali.

Accuse elencate nelle oltre 250 pagine di ordinanza firmata dal gip De Lillo, su richiesta del sostituto procuratore Vincenzo Fiorillo. L’indagine è partita a maggio 2014 dopo un’ondata anomala di furti d’auto. I capi dell’organizzazione, quattro italiani sessantenni con una buona carriera criminale, dopo aver ricevuto gli ordini per i pezzi di ricambio si trovavano in un bar di Cinisello per pianificare i colpi. I furti, almeno 5 al giorno , venivano eseguiti senza danneggiare le vetture, in pochi secondi con l’ausilio passpartout e centraline elettroniche. Le vetture venivano portate nei capannoni di Limbiate e di Lissone, sequestrati dai carabinieri, e smontate da un meccanico marocchino di Desio. Lunedì sono previsti gli interrogatori degli indagati in carcere davanti al gip, mentre il giorno successivo dovrebbe esserci il faccia a faccia con quelli agli arresti domiciliari.