A quasi un mese dall’ordinanza ministeriale dell’8 maggio che ha stabilito le nuove norme per consentire la visita dei famigliari degli ospiti delle rsa e rsd in presenza e senza barriere, il comitato Open rsa now (Orsan) continua la sua battaglia, lanciando una nuova provocazione: stop al pagamento delle rette delle strutture, se queste non si adegueranno alle disposizioni di legge.
«Chiediamo ai famigliari delle persone ricoverate nelle rsa di fare un atto di disobbedienza civile – spiega Dario Francolino, presidente del comitato Orsan – Chiediamo inoltre che sia istituito un tavolo tecnico operativo presso il Ministero della Salute con i rappresentanti nazionali dei principali gruppi che gestiscono le rsa italiane».
E sono sempre i membri a chiedere che i tamponi pre visita, previsti gratuitamente per i famigliari dall’ordinanza regionale, si possano eseguire in tutte le farmacie.
«Al momento le farmacie accreditate al servizio tamponi non sanno nulla della possibilità di eseguire gratuitamente il tampone per chi esibisce un’autocertificazione con la data e l’ora dell’ingresso in rsa – spiega Francolino – Evidentemente c’è qualcosa che non funziona. L’ordinanza regionale è disattesa da quanto sperimentato da molti famigliari di ospiti delle rsa».
La norma prevede la possibilità di eseguire il tampone nei punti tampone dislocati sul territorio o nelle farmacie accreditate.
«Quando si prenota il tampone sul sito della Regione è prevista la gratuità solo per studenti e insegnanti, non per i famigliari degli ospiti delle strutture. Chiediamo invece che questa possibilità possa essere estesa anche ai parenti degli anziani. Pagare di tasca nostra il tampone sarebbe come dover pagare per poter vedere il nostro caro», continuano dall’Orsan.
«Al momento il tampone gratuito è previsto solo per studenti e insegnanti – conferma Maurizio Brambilla, direttore generale di Federcom spa – Mi rendo conto però che sulla questione dei tamponi non sia arrivato un protocollo specifico dalla Regione. Al momento non è nemmeno possibile eseguire il tampone in farmacia per ovvi motivi di organizzazione, non si potrebbe areare il locale e in caso di positività riscontrata si dovrebbe poi chiudere la farmacia per la sanificazione. Quelle che offrono il servizio, che è a pagamento, hanno allestito spazi all’aperto. Dubito che si riuscirà a organizzare il servizio nelle farmacie. Resta comunque attivo nei punti tampone accreditati».