Continua la protesta del comitato monzese Orsan (Open rsa now) che definisce “crudeltà indicibile” il perdurare del divieto di incontri tra gli ospiti delle strutture sanitarie e i loro famigliari. Una presa di posizione dura dopo la proposta avanzata dall’assessore regionale al Welfare, Letizia Moratti, di concedere l’ingresso nelle rsa solo alle persone già vaccinate.
«Le visite in sicurezza agli ospiti delle rsa italiane devono essere garantite a tutti i famigliari, evitando inutili discriminazioni tra vaccinati e non. Siamo fortemente contrari a questa proposta – ha ribadito il presidente del comitato Orsan, Dario Francolino – Chiediamo alla Conferenza Stato-Regioni e al ministro della Salute, Roberto Speranza, in accordo con il Cts, un protocollo semplice e immediatamente applicabile in tutte le strutture italiane, per ripristinare gli incontri in presenza il prima possibile».
Ma non solo. Il comitato chiede che gli stessi famigliari, che da oltre un anno non possono abbracciare i loro cari ricoverati nelle strutture, siano coinvolti attivamente nella stesura di questo protocollo, senza più direttive calate dall’alto, sentendo il parere di chi è direttamente coinvolto in questa dolorosa situazione.
Secondo i dati Istat del 2019, pre pandemia, ogni anno muoiono in media 700.000 persone di cui il 40% sono anziani.
«Proiettando questo dato sui 350.000 ospiti delle rsa italiane, con un’età media di oltre 65 anni, si capisce che, al netto del Covid, ne moriranno 140.000 con una media di circa 6 persone ogni ora per cause naturali e patologiche all’interno delle strutture italiane. Sono sei persone che se ne andranno – conclude Francolino – in completa solitudine e lontano dall’affetto dei loro cari».
I membri del comitato Orsan chiedono anche l’intervento dei Nas per «una verifica urgente delle condizioni di salute e delle modalità di trattamento dei nostri famigliari all’interno delle strutture».
Sono cinque punti della bozza del protocollo elaborato dal comitato Orsan: l’ingresso assicurato a chi abbia effettuato un tampone antigenico nelle 48 ore precedenti, la possibilità di eseguire un tampone rapido prima dell’ingresso, l’accesso garantito a chi è già vaccinato, l’utilizzo privilegiato di spazi all’aperto per gli incontri e l’annullamento dell’obbligo di distanziamento per chi si presenterà con esito negativo del tampone.