Rsa, il comitato Orsan scrive al ministro Speranza: «8 su 10 violano l’ordinanza, in scadenza, sulle visite ai parenti»

Il comitato denuncia la mancata applicazione dell’ordinanza dell’8 maggio, che ha di fatto riaperto le visite in presenze per i famigliari. Il timore è di una nuova stretta sugli accessi.
Monza Rsa
Monza Rsa Fabrizio Radaelli

Si rivolgono direttamente al ministro della Salute, Roberto Speranza, i membri del comitato Open rsa now, con una lettera firmata dal presidente Dario Francolino per denunciare la mancata applicazione dell’ordinanza dell’8 maggio, che ha di fatto riaperto le visite in presenze per i famigliari.

Una considerazione che è il frutto del primo rapporto che il comitato Orsan ha condotto su un campione di mille rsa su tutto il territorio nazionale, inviato anche questo all’attenzione del ministro Speranza.

«Ben 8 strutture si 10 violano l’ordinanza ministeriale che aveva regolamentato l’accesso alle rsa – si legge nel rapporto – Le visite generalmente vengono consentite solo una volta alla settimana, a discrezione della direzione, escludendo però il sabato e la domenica che sono i giorni più liberi per i famigliari, e per una durata media di 15 o 25 minuti. Inoltre – continua il testo inviato al ministro della Salute – in 7 rsa su 10 le uscite temporanee degli ospiti non sono concesse, neanche di quelli autosufficienti e muniti delle certificazioni verdi Covid, come invece è stabilito dalla legge. Nelle 3 rsa su 10 che consentono l’uscita degli ospiti, questi sono poi sottoposti a cinque giorni di quarantena».

Una situazione di difficoltà e di grande disagio che ha coinvolto non solo gli ospiti delle strutture ma anche i loro famigliari.

«Un altro motivo di preoccupazione è legato al fatto che la scadenza dell’ordinanza ministeriale è fissata per il 30 luglio e al momento non sono previste altre azioni sul tema – aggiunge Francolino – I quasi 35.000 ospiti delle rsa d’Italia e i circa 2 milioni di loro famigliari non sanno cosa succederà dopo questa data».

L’ingresso di tutta l’Italia in zona bianca e la sensibile diminuzione dei contagi e dei ricoveri, spinge i membri dell’Orsan a chiedere direttamente al ministro di «stabilire azioni concrete da porre in essere alla scadenza dell’ordinanza».

«Auspichiamo – conclude Francolino – che l’alibi della variante delta non venga utilizzato per provare a richiudere le strutture: i nostri cari non potrebbero sopravvivere a un’altra estate isolati».