«Non ho ammazzato nessuno mai nemmeno una gallina, quella sera non avevo nemmeno un coltello, è stato un incidente, non volevo ferire quel ragazzo». Si difende così M.S. imputato davanti al Giudice Monocratico di Monza per aver ferito un 24enne di Barlassina durante i festeggiamenti nella notte di Capodanno del 2020 in un locale al centro di Barlassina.
Rissa di capodanno a Barlassina, l’imputato in aula: accusa di lesioni personale aggravate
Il trentacinquenne operaio di origini albanesi, residente a Cesano Maderno, risponde di lesioni gravi personali aggravate. Parte civile è F.R, il giovane conoscente dello stesso imputato.
«Avevamo cenato tranquillamente in un ristorante tutti insieme con mio fratello, un altro amico e la sorella del ragazzo – ha raccontato l’imputato in aula – poi quando siamo arrivati al locale è nato un alterco, per uno stupido sguardo di troppo, con il fidanzato della ragazza. Ma non è successo nulla, solo che F. poi è uscito per difenderlo, non so da cosa, ed è intervenuto mio fratello per dividerci. Il ragazzo ha gettato a terra mio fratello e allora io non ci ho visto più e ho finto di volerlo colpire con un coccio di bottiglia, ma non l’ho accoltellato, volevo solo spaventarlo».
Sta di fatto che il giovane era rimasto ferito ad un braccio e sanguinava copiosamente. A soccorrerlo un altro amico che ha testimoniato in aula: «Non ho ben capito cosa è accaduto – ha detto – ma io ho legato il braccio con la mia cintura e ho fermato il sangue».
Rissa di capodanno a Barlassina, l’imputato in aula: la fuga e le indagini
Dopo il parapiglia e i soccorsi sul posto i due fratelli albanesi si erano dileguati, mentre sul posto erano intervenuti i carabinieri di Seregno. Infatti il fratello ventiseienne dell’imputato è stato denunciato per favoreggiamento, per averlo aiutato nella fuga, ma in aula ha negato.
«Io mi sono costituito da solo quando ho capito che avevo ferito senza volerlo quel ragazzo», ha spiegato l’imputato. La vittima era stata trasportata a sirene spiegate in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale “San Gerardo” di Monza ed era stato operato poi dimesso con 30 giorni di prognosi. Il prossimo 23 maggio il processo riprende con la discussione finale e probabilmente la sentenza.