Riforma della casa in Lombardia: anche i privati nella gestione degli alloggi pubblici

Passa in Regione Lombardia la riforma della casa firmata dall’assessore brianzolo Fabrizio Sala. Anche i privati potranno gestire i servizi abitativi. Ma non è la sola novità.
Fabrizio Sala
Fabrizio Sala Fabrizio Radaelli

Anche i privati potranno gestire i servizi abitativi: è questa forse la principale novità della riforma della casa approvata dalla Regione Lombardia su proposta di Fabrizio Sala, vicepresidente del Pirellone. Il meccanismo? Un sistema di accreditamento. Insomma un cambiamento non troppo distante da quello della sanità introdotto all’inizio degli anni Novanta.

«È una legge di riforma globale dei servizi abitativi – ha spiegato Sala in una nota della Regione – non più una legge sulla casa. È una norma che si aggiunge a quella che ha riformato le Aler, portandole da 13 a 5, consentendoci così di completare il panorama normativo per migliorare il settore» e nell’obiettivo di dare risposta a chi ha bisogno, dal momento che «oggi ancora 56.000 Lombardi si trovano in graduatoria per un alloggio pubblico».

I bandi saranno aperti ancora dai Comuni ma le assegnazioni le faranno i soggetti proprietari e gestori e inoltre è stato predisposto l’accreditamento «grazie al quale anche altri soggetti potranno svolgere funzioni sociali». Per esempio soggetti del Terzo settore, cooperative ed imprese edilizie e altri enti anche a partecipazione pubblica. I servizi sociali saranno coinvolti per la presa in carico dei soggetti deboli e i contratti saranno temporanei e avranno una durata di 8 anni, rinnovabili. «I controlli sul reddito e sui requisiti di permanenza – ha annunciato Sala – saranno annuali».

Requisito fondamentale saranno in cinque anni minimi di residenza e cittadinanza italiana o di uno Stato dell’Unione europea, oppure «condizione di stranieri titolari di carta di soggiorno o di stranieri regolarmente soggiornanti in possesso di permesso di soggiorno almeno biennale e che esercitano una regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo, come previsto dalla disciplina statale». È stata poi istituita l’Agenzia per la casa, le cui funzioni non sono chiare ma servirà come punto di incontro fra domanda e offerta. La riforma al momento ha a disposizione 350 milioni di euro.