Monza, AutAcademy in festa: nuova sede e tanti progetti per l’impresa sociale

L’impresa sociale AutAcademy ha una nuova e accogliente sede a Monza. E, a tre anni dalla fondazione, anche una identità trasformata in impresa sociale.
AutAcademy - foto di archivio
AutAcademy – foto di archivio

L’impresa sociale AutAcademy ha una nuova e accogliente sede: in via Piave 10 a Monza. Una struttura accogliente, dove sono ben visibili i lavori dei ragazzi, piccoli quadri di mosaici, gioielli di ceramica, pezzi unici frutto del lavoro dei trenta ragazzi che frequentano i diversi laboratori. Dal verde all’informatica, dall’arte alla cucina e sartoria. Una vasta gamma di proposte tutte professionalizzanti perché l’obiettivo è l’inserimento lavorativo di questi ragazzi neurodivergenti.

Monza, AutAcademy in festa: la trasformazione in impresa sociale

«Sono ormai tre anni che la nostra realtà è attiva – spiega Fabio Gadina, fondatore con Simona Ravera di AutAcademyIn questi anni abbiamo cercato di diversificare sempre più le proposte laboratoriali, creando grazie anche ai professionisti che collaborano con noi dei percorsi personalizzati per i nostri ragazzi più giovani, creando “little AutAcademy” sempre finalizzati all’inserimento lavorativo».

Dopo aver preso il via con un bando della provincia di Monza e Brianza adesso la realtà si è trasformata in Impresa sociale srl AutAcademy ed è sempre più, punto di riferimento per le consulenze aziendali per le assunzioni di ragazzi autistici. «Tra le nostre attività c’è proprio quella di essere mediatori tra azienda – continua Gadina – lavoratore ma, soprattutto la famiglia di chi dovrà essere assunto. Perché si tratta di un percorso che richiede sinergia tra tutti gli attori coinvolti e noi aiutiamo anche in questo».

Monza, AutAcademy in festa: i mosaici e il mondo del lavoro

Tra i lavori in bella mostra nella sede spiccano i mosaici, frutto delle attività con l’esperta Barbara Chiaruttini che lavora con i ragazzi sui disegni del designer Stefano Rossetti per trasformarli in vere opere d’arte, pezzi unici che fanno parte dell’omonima collezione “Rossetti”.
«In questi tre anni siamo riusciti a inserire nel mondo del lavoro otto ragazzi con i primi bandi – conclude Gadinae venti hanno avuto modo di fare un tirocinio. Da gennaio ad oggi altre quattro hanno già trovato lavoro e stiamo lavorando perché molti altri possano trovare un posto di lavoro, alcuni anche da noi. Perché tutto proceda al meglio chiediamo che le aziende e i privati, che sono molto virtuosi nel nostro territorio, ci contattino per pensare a delle progettualità comuni, visto che siamo consulenti di diversity inclusion. Stiamo sperimentando, anche nel campo del marketing come i nostri ragazzi possano dare un messaggio forte dal loro punto di vista, libero e senza preconcetti e non influenzato da nessuno. Non dimentichiamo che tutto quel che facciamo è possibile grazie all’equipe di professionisti molto specializzati che lavora con noi insieme anche ai volontari che ci affiancano nelle attività».