Ramificazioni a Monza e in Brianza per le due associazioni criminali albanesi stroncate dai carabinieri

Ventiquattro arresti per traffico di droga, sfruttamento della prostituzione e rapina, i dettagli dell'operazione dell'Arma
Un frame di un video diffuso dall’Arma Arma dei Carabinieri

Basi logistiche in provincia di Milano e ramificazioni in tutto il Nord Italia, “specie nelle province di Monza Brianza e Bergamo, nonché in Calabria ed in Svizzera” per le due distinte associazioni criminali “in affari tra loro, e facenti capo ad altrettante famiglie albanesi, con collegamenti operativi in Albania” sgominate dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano “dopo un’articolata attività d’indagine, in collaborazione con l’Autorità Giudiziaria elvetica” avviata nell’aprile 2020, a seguito di una rogatoria internazionale conseguente all’arresto in flagranza – in territorio svizzero – di un cittadino italiano, sorpreso mentre trasportava in auto 6 chilogrammi di eroina.

Detenzione e trasporto di droga anche a Monza e in Brianza

Dalle indagini è emerso che il sistema di importazione e cessione di eroina e cocaina “alimentava quotidianamente una fitta rete di spaccio di droga sul territorio italiano e svizzero”. In azione, nella maggior parte dei casi, “batterie” di trafficanti di origine nord-africana, “in aree boschive e agricole”.

I carabinieri sono riusciti a ricostruire “numerosissimi episodi di detenzione, trasporto e consegna di droga” nelle province di Monza e Brianza, Bergamo, Torino e Verona. Sequestrati 42 chili di stupefacente tra eroina, cocaina e hashish e altri 40 chili di sostanza da taglio, oltre a 2 fucili illegalmente detenuti e 13mila euro in contanti. Individuati inoltre un appartamento e un capannone che sarebbero stati utilizzati “come raffinerie per il narcotico“, oltre a diversi appartamenti e box “per lo stoccaggio dei carichi di droga”.

Anche il business della prostituzione: “Costrette con violenze”

Il business non sarebbe stata solo la droga: i gruppi criminali avrebbero infatti anche gestito “in maniera stabile e organizzata” un “sistema di sfruttamento della prostituzione di ragazze dell’est”, che sarebbero state costrette, “con minaccia e violenza sfociate anche in episodi di rapina ed estorsione”, a rendersi disponibili anche su siti d’incontri on-linee “a prostituirsi in appartamenti gestiti con questa finalità dagli stessi indagati”. 

I destinatari delle misure cautelari reperibili in Italia sono stati arrestati e sottoposti alla custodia cautelare nelle carceri di Milano – San Vittore, Lodi, Lecco, Bergamo, Mantova, Cremona, Savona, Torino,  o agli arresti domiciliari nelle province di Bergamo e Milano mentre sono in corso i sequestri dei proventi in denaro degli episodi di spaccio ricostruiti nel corso delle indagini, “pari a centinaia di migliaia di euro”.