Alle 18.30 di martedì 19 luglio anche Paderno Dugnano commemorerà il trentennale dell’attentato di via D’Amelio con una lettura teatrale con la quale i ragazzi della scuola Allende interpreteranno gli scambi epistolari tra Paolo Borsellino e Rita Atria, la ragazza appartenente a una famiglia di mafia che si suicidò alla notizia della morte del magistrato.
Borsellino e Paderno nel corso delle indagini sull’attentato a Papa Giovanni Paolo II
Il legame di Paderno con la figura del magistrato è, se possibile, ancora più stretto rispetto a quello che porterà tanti centri della zona del Nord Milano e della Brianza a ricordare via Mariano D’Amelio. Paolo Borsellino toccò Paderno Dugnano nel corso delle indagini legate ai complici dell’attentatore del Papa Giovanni Paolo II, Ali Agca.
Borsellino, il pentito Calcara rivelò dove era stato sepolto il complice o i complici dell’attentatore del Papa
In pratica il pentito Vincenzo Calcara, risultato non sempre affidabile e oggi ex collaboratore di giustizia, nelle sue propalazioni a Borsellino riferì che proprio a Paderno era stato sepolto il complice o i complici dell’attentatore del Papa, dopo essere stati liquidati.
«Arriviamo a Milano – riferisce Calcara nel memoriale poi consegnato al fratello del magistrato, Salvatore Borsellino – Furnari e il Santangelo si prendono in custodia il turco. La sera ho un appuntamento a casa del Lucchese a Paderno Dugnano. Lucchese (…) mi disse chiaramente che il mio compito era di prendere in custodia i due turchi terroristi, che il bulgaro persona fidata e importante mi avrebbe consegnato, e dopodichè portarli a Paderno Dugnano e fargli fare la fine di “Lu Sceccu”, cioè la fine dell’Asino».
Calcara nella memoria spiega che un asino si usa fino a che serve “è nato per essere usato“, dopo, quando non serve più, si uccide. Uno dei due turchi viene ucciso, e sepolto in un terreno tra la Cava Nord e Cascina Uccello. Borsellino sembrerà credere alla propalazione, tanto da anticiparla in parte sulla stampa nazionale.
Borsellino, dopo la sua morte il passaggio dell’inchiesta
«Nel mese di maggio 1992 – prosegue il memoriale – Borsellino dice anche: speriamo che non rubino il cadavere del turco che hai seppellito. Adesso mi attivo affinchè tu possa essere portato sul luogo dove si trova il cadavere». Dopo la sua morte, l’inchiesta passò nelle mani del dottor Rosario Priore che quando arrivò a Paderno trovò una situazione totalmente stravolta, per scavi e movimentazione terra. Come se effettivamente il corpo o i corpi fossero stati trasferiti altrove.