Oltre 40 anni di carcere complessivi, per i 17 imputati del processo ‘Briantenopea’. Richieste di condanna, martedì, dal pm Salvatore Bellomo, a partire dai due anni per l’ex assessore al patrimonio Giovanni Antonicelli, eletto nelle fila del Pdl con la precedente giunta Mariani. L’ex politico, già condannato a 3 anni per tangenti sull’appalto dei rifiuti (indagine Clean Cty), è accusato di associazione a delinquere, perché avrebbe fatto da «elargitore di appalti pubblici», a favore di Giuseppe Esposito, il napoletano a capo della banda che controllava le attività criminali a Monza città. Il pubblico ministero, ha ritenuto comunque di concedere le attenuanti generiche ad Antonicelli: «non è un criminale incallito- ha detto il pm- e nell’inchiesta Clean City, collegata a Briantenopea, ha tenuto un atteggiamento collaborativo».
Per quanto riguarda le altre posizioni, l’accusa ha chiesto pene da un minimo di 8 mesi ad un massimo di 8 anni. Diversa la scelta processuale di Esposito, 59 anni, detto Peppe ’o Curt che era stato condannato a 14 anni in primo grado col rito abbreviato, poi scontati in appello di due anni e mezzo. Esposito era stato assolto per uno solo dei 104 capi di imputazione contestati. Tra abbreviati e patteggiamenti, erano state 38 le condanne pronunciate dal gup del tribunale di Monza, per un totale di circa un centinaio di anni di galera. Dodici gli imputati che si erano avvalsi del rito abbreviato (tra i quali proprio Esposito), 26, invece, i patteggiamenti.
Condanne da tre a sei anni per gli uomini di fiducia di Esposito, (Cosimo Dicembre, Bossone, Giuseppe Gallo; due anni e otto mesi a Stefania Giorgini della società Pi Gi Emme). Associazione a delinquere finalizzata ad una pluralità di reati, dalle rapine, al falso, alla clonazione di carte di credito, le accuse contestate. Esposito, inoltre, veniva accusato di voto di scambio con l’ex assessore Antonicelli, il quale avrebbe garantito appunto contratti pubblici per lavori di manutenzione e servizi alle imprese riferibili al primo, in cambio del sostegno dato in campagna elettorale dato da Esposito e i suoi uomini.
L’inchiesta Briantenopea era sfociata nella retata del 2013, con decine di arresti. Personaggio, quello di Peppe o’ Curt, “legato a doppio filo alla malavita napoletana dei quartieri spagnoli, in particolare il clan Gionta”, avevano tenuto a precisare gli inquirenti, all’epoca degli arresti.
Monza ai napoletani, la provincia ai calabresi (indeboliti dalle precedenti inchieste della magistratura contro la ‘ndrangheta), era la spartizione del territorio ipotizzata dagli investigatori, che avevano immortalato di nascosto anche un incontro tra Esposito e Mario Savio, storico boss della camorra ricevuto con tutti gli onori riservati ai ‘capi’ nel bar-quartiere generale utilizzato dal primo, dietro al vecchio carcere di via Mentana.