Assolti e, in parte, prescritti, gli imputati coinvolti nel processo per la gestione dell’autodromo di Monza. La corte d’Appello di Milano ha emesso sentenza giovedì, facendo di fatto cadere quasi tutti i capi di imputazione, ad eccezione di quelli per turbativa d’asta relativa all’appalto della ristorazione e per falso in atto pubblico per la concessione alla realizzazione di un impianto per eco-carburanti.
Prescrizione (e pagamento delle spese legali alla Sias) per l’ex direttore dell’impianto Enrico Ferrari, per la dirigente del comune Giuseppina Panuccio e per sua figlia Federica Evangelista. Nei confronti di queste due (il primo ha già concluso una transazione con la società) si può aprire la partita dei risarcimenti in sede civile da parte di Sias. A parte questo aspetto, cade l’impianto accusatorio costruito sulla tesi della “gestione criminale” dell’impianto brianzolo, sostenuta dalla procura. Nel processo di secondo grado, era stata la stessa procura generale a chiedere l’assoluzione per tutti, “perché il fatto non sussiste”.
Nei giorni scorsi il verdetto, che pur riconoscendo la turbativa d’asta per il servizio ristorazione, “smonta” la sentenza monzese di primo grado del 2017. In quella sede, erano stata di tre anni e dieci mesi la pena nei confronti dell’ex manager Enrico Ferrari (già condannato a 4 anni e 4 mesi in un altro filone processuale relativo a reati fiscali), a fronte di una maxi richiesta a 15 anni di reclusione.