Avrebbero commesso “sistematicamente” truffe ai danni di abbonati a riviste apparentemente riconducibili alle forze dell’ordine obbligandoli, con ripetute telefonate, a saldare migliaia di euro di presunti debiti legati agli abbonamenti stessi. Una presunta organizzazione criminale con basi a Brugherio e Cologno Monzese sgominata dai i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Monza – guidati dal colonnello Massimo Gallo – che nelle prime ore di martedì 6 febbraio hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Monza nei confronti di 18 persone (in carcere 8 indagati e ai domiciliari gli altri 10) – residenti nelle province di Milano e di Monza e Brianza – indagate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.
Le indagini sono scaturite da una denuncia per truffa presentata, a novembre 2015, alla Guardia di Finanza di Ivrea (TO) da un sessantasettenne che era stato indotto, attraverso numerose e pressanti telefonate ricevute da un sedicente avvocato, a pagare con bonifici circa 8.000 euro per saldare dei presunti debiti – in realtà inesistenti – relativi ad abbonamenti a riviste. Da indagini le basi operative dei truffatori erano attive a Brugherio (MB) e a Cologno Monzese (MI).
Il Nucleo Mobile delle Fiamme Gialle monzesi proseguiva così l’attività investigativa con intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione e pedinamento: i militari hanno scoperto che alcuni membri del gruppo criminale, spacciandosi per avvocati, giudici, ufficiali giudiziari, funzionari dell’Agenzia delle entrate ed appartenenti alla Guardia di Finanza, contattavano telefonicamente in tutta Italia ex abbonati alle riviste, ai quali comunicavano debiti – in realtà inesistenti – derivanti dai pregressi abbonamenti, con conseguenti atti di pignoramento già emessi nei loro confronti, e proponevano una transazione bonaria mediante il pagamento tramite bonifico di somme di denaro per svariate migliaia di euro. Qualora le vittime non avessero accettato – questa la minaccia dei truffatori – sarebbe proseguita la procedura di recupero forzoso del credito.
Una ultra ottantenne, residente a Milano, da accertamenti avrebbe effettuato in un anno bonifici a favore dei truffatori per circa 150.000 euro. I numeri telefonici delle vittime, per lo più persone anziane e talvolta anche disabili, venivano “comprati” illecitamente da dipendenti di imprese operanti nel settore dell’editoria e della distribuzione di riviste.
Le vittime delle truffe versavano con bonifici le somme richieste dai criminali “telefonisti” su conti correnti e carte prepagate, intestati ad altri membri dell’associazione o a dei “prestanome”, i cui codici iban erano forniti nel corso delle telefonate. Il denaro bonificato – provento delle truffe – veniva poi prelevato, con cadenza quotidiana, presso i vari sportelli bancari e postali. A due degli indagati è stato contestato il reato di autoriciclaggio, avendo utilizzato una parte del profitto illecito, 225.000 euro, per acquistare un immobile intestato ad una società dagli stessi amministrata.
I proventi illeciti complessivamente conseguiti dall’associazione criminale tra il 2015 e il 2016 ammontano a circa 2.000.000 di euro.
(Notizia aggiornata alle 11.30 del 6 febbraio)